LA DATA

23 gennaio 1989

Il 23 gennaio 1989 scompare Salvador Dalì, che di se stesso ebbe a dire: «Ogni mattina, appena prima di alzarmi, provo un sommo piacere: quello di essere Salvador Dalí!»

Artista poliedrico ed eccentrico, ha lasciato le tracce del suo estroso ingegno in diversi campi, dalla pittura alla fotografia, dalla scultura al cinema. È stato il maggior esponente della corrente surrealista, malgrado fosse stato, in seguito, disconosciuto proprio da André Breton, uno dei fondatori del movimento; precursore ed innovatore, immaginifico ed eccessivo, capace di visioni oniriche assolutamente originali, ispirato dalla magnificenza dell’arte del Rinascimento e dalla lezione dell’astrattismo e del cubismo, del suo lavoro ha detto: «Dipingo immagini che mi riempiono di gioia, che creo con assoluta naturalezza, senza la minima preoccupazione per l’estetica, faccio cose che mi ispirano un’emozione profonda e tento di dipingerle con onestà».

Nato a Figueres, in Catalogna, nel 1904, Salvador Domènec Felip Jacint Dalí i Domènech, marchese di Púbol, definì la prematura perdita della madre la sua disgrazia più grande, poiché era convinto che sapesse riparare le inevitabili imperfezioni della sua anima. La sua prima esposizione avvenne in forma privata nella casa paterna e in quelle opere già si notava l’influenza di istanze artistiche moderne, ma la prima volta che espose in pubblico fu nel 1919 al Teatro Municipale di Figueres.

La persistenza della memoria

Studiò all’Accademia di Belle Arti di San Fernando, rifiutandosi di sostenere gli esami finali perché non riteneva nessun professore capace di esaminare il suoi lavori, si trasferì poi a Parigi e qui conobbe Pablo Picasso, di cui divenne amico e da cui trasse ispirazione. Come sarebbe accaduto quasi sempre nella sua carriera, la sua esposizione a Barcellona divise la critica tra entusiasti e perplessi; iniziò a presentarsi in pubblico con un abbigliamento da elegante dandy e con gli stravaganti baffi all’insù, caratteristica mutuata dal grande maestro del Seicento spagnolo Diego Velázquez.

Alla fine degli anni ‘20 incontrò Gala, la sua musa ispiratrice e futura sposa, un’espatriata russa moglie del poeta surrealista Paul Éluard. Agli inizi degli anni ‘30 ci furono le sue prime mostre importanti, da pittore professionista, fino al successo internazionale, conseguito nel ‘34, con la prima esposizione a New York. Fu espulso dal gruppo dei surrealisti poiché non aveva voluto condannare apertamente il fascismo. Da allora, i surrealisti parlarono di Dalì solo al passato remoto, considerandolo come morto e, in sfregio alla crescente commercializzazione delle sue opere, fu coniato per lui il soprannome “Avida Dollars”, dall’anagramma del suo nome.

Negli anni ‘60 cominciò a dar vita al Teatro-Museo Dalí per il quale impiegò la maggior parte delle proprie energie fino al 1974. Debilitato nel sistema nervoso, per le devastanti conseguenze di un cocktail di farmaci somministratogli dalla moglie, affetta da demenza senile, si spense a Figueres, ottantaquattrenne, nel 1989. Salvador Dalì fu autore di 1.500 dipinti, illustrazioni per libri, litografie, scenografie e costumi teatrali, disegni, sculture, dei quali la più vasta collezione si trova proprio al Teatro-Museo Dalí della sua città natale, Figueres, e al Salvador Dalí Museum di St. Petersburg in Florida.

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