LA DATA

23 luglio 1929

Il 23 luglio 1829 William Austin Burt mostrò al mondo il suo prototipo di tipografo meccanico, chiamato da lui stesso “pressa familiare”. Si trattava di una scatola rettangolare di legno con una leva rotante che abbassandosi faceva sì che le lettere inchiostrate, maiuscole e minuscole, entrassero in contatto con il rotolo di carta, che era posizionato intorno a un rullo. Si trattava del primo modello realizzato in America, come certificato dai documenti conservati dallo United States Patent Office.

Era nata la prima macchina per scrivere, insostituibile strumento per scrittori e giornalisti a partire dalla fine dell’Ottocento, oggi rimpiazzata dai personal computer che consentono l’uso di uno o più programmi di videoscrittura. Essa è stata uno dei primi dispositivi di largo utilizzo per la rapida redazione di documenti in formati standardizzati. Il suo utilizzo fece nascere una nuova professione, inizialmente riservata alle donne: la dattilografia.

In Italia, Giuseppe Ravizza, nel 1846, propagandava la sua invenzione, brevettata come cembalo scrivano, sottolineando che avrebbe potuto consentire la scrittura ai non vedenti.

La Remington No.1 è stata il primo strumento meccanico per scrittura di successo commerciale: fu prodotta nel 1865 da Philo Remington, che aveva trasformato in società per azioni la E. Remington and Sons, fabbricante d’armi, diversificandone la produzione.

La Olivetti M1 fu la prima macchina per scrivere italiana. L’ingegnere Camillo Olivetti, il 12 agosto 1908, spedisce una lettera alla moglie Luisa Revel, scritta con il prototipo della nuova macchina, che sarà poi prodotta e commercializzata dalla Ing. C. Olivetti & C., fondata a Ivrea due mesi e mezzo più tardi, il 29 ottobre 1908.

 

 

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