LA DATA

27 aprile 1859

Nasce il bandiera-granducato-toscanaGranducato di Toscana, lo Stato indipendente esistito dal 1569 al 1859, sotto la dinastia dei Medici prima e degli Asburgo-Lorena poi. Durante tale periodo il Granducato riuscì a conservare la propria indipendenza e a svilupparsi fino a essere uno degli stati più prosperi e moderni in Europa.

ll Granducato di Toscana, uno dei tanti stati preunitari, nel 1859 era retto da oltre un secolo dalla dinastia dei Lorena, i quali erano imparentanti con gli Asburgo, titolari dell’Impero austriaco, quest’ultimo controllante il Lombardo-Veneto e quindi contrapposto alle aspirazioni di egemonia nazionale dei Savoia e del Regno di Sardegna.

La stima e l’affetto della popolazione per i Lorena, promotori di riforme sociali, importanti opere pubbliche, esercitanti uno dei regimi più illuminati e tolleranti dell’intera Europa, era venuto meno con i moti rivoluzionari del 1848. Il Granduca Leopoldo II di Toscana a febbraio aveva concesso la costituzione liberale, e a marzo del 1848 sotto la spinta del movimento liberale aveva inviato truppe regolari della Toscana al fianco di quelle del Piemonte sotto la bandiera tricolore con lo stemma dei Lorena. Successivamente però i suoi sentimenti filo-italiani vennero messi duramente alla prova prima dalla pressione degli Asburgo, a lui imparentati, e poi dal comportamento espansionista di Carlo Alberto di Savoia.carlo-alberto-savoia

Intimorito dal comportamento del partito democratico che era stato contrario al ritiro delle truppe dal fronte, e dopo un moto popolare a Livorno, fuggì e si rifugiò a Gaeta. Ritornò al trono grazie agli austriaci, e continuo a governare con la consueta mitezza, ma non avendo più la fiducia del suo popolo.

Nel 1859 alla vigilia dello scoppio della seconda guerra d’indipendenza sia il governo sabaudo sia quello austriaco fecero pressioni sugli altri stati italiani per attirarli nel proprio schieramento, ma nonostante i vincoli parentali con la casa regnante austriaca il granduca si proclamò neutrale.

Il 27 aprile, mercoledì, verso le quattro, Leopoldo II (Canapone) accompagnato da pochi intimi e dagli ambasciatori esteri (escluso quello sardo), e con la sua famiglia abbandona Firenze partendo con quattro carrozze da Palazzo Pitti, uscendo per la porta di Boboli verso la strada di Bologna. Aveva appena rifiutato di abdicare a favore del figlio Ferdinando.

La pacifica rassegnazione al corso della storia (il Granduca non pensò mai a una soluzione di forza) e le modalità del commiato, con gli effetti personali caricati nelle poche carrozze e le attestazioni di simpatia al personale di corte, fecero sì che negli ultimi momenti di permanenza in Toscana gli ormai ex sudditi riacquistassero l’antica stima per Leopoldo: la famiglia granducale fu salutata dai fiorentini, levantisi il cappello al passaggio, con il grido “Addio babbo Leopoldo!” e accompagnata con tutti i riguardi da una scorta fino alle Filigare, ormai ex dogana con lo Stato Pontificio. Alle sei pomeridiane di quello stesso giorno, il Municipio di Firenze constatò l’assenza di alcuna disposizione lasciata dal sovrano e nominò un governo provvisorio.

Leopold_II_of_TuscanyLa sera del 27 aprile 1859, preso atto della mancanza di un governo legittimo, il municipio di Firenze nominò un Governo Provvisorio Toscano formato da Ubaldino Peruzzi, Vincenzo Malenchini ed Alessandro Danzini.

Il 28 aprile il governo provvisorio offrì la dittatura a Vittorio Emanuele II che però ritenne opportuno non accettare in quanto la situazione internazionale era molto fluida e soprattutto non era chiara la posizione di Napoleone III, potente e fondamentale alleato del Savoia nella guerra all’Impero austriaco.

Vittorio Emanuele II si limitò ad accordare la propria protezione e nominò commissario straordinario il suo inviato Carlo Boncompagni con funzioni di capo di Stato. Il commissario prima provò a formare un direttorato di tecnici, poi preso atto dell’inpossibilità di proseguire in quella direzione l’11 maggio formò un gabinetto di governo con personalità locali: Bettino Ricasoli agli interni, Cosimo Ridolfi esteri ed istruzione pubblica, Enrico Poggi culto, Raffaele Busacca finanze, commercio e lavori pubblici, il piemontese Paolo De Caverobusacca alla guerra.

Comandante dell’esercito fu nominato il generale Girolamo Calà Ulloa. Leopoldo II chiesto asilo presso la corte viennese, abdicòVittorio_Emanuele_II ufficialmente solo il successivo 21 luglio; da allora visse in Boemia, recandosi poi a Roma nel 1869, dove morì il 28 gennaio 1870. Nel 1914 la sua salma fu poi trasportata a Vienna per essere sepolta nel mausoleo degli Asburgo, la Cripta dei Cappuccini.

Ferdinando IV salì virtualmente al trono di Toscana dopo l’abdicazione del padre nel 1859, fu un protagonista involontario del Risorgimento in quanto fino al passaggio della Toscana al Regno d’Italia (1860) ne era diventato Granduca anche se non viveva a Firenze e non fu mai incoronato veramente. A seguito del decreto reale del 22 marzo 1860 che riuniva la Toscana al Regno di Sardegna, Ferdinando IV pubblicò a Dresda il 26 marzo successivo la sua protesta ufficiale verso tale annessione e a seguito della soppressione dell’indipendenza toscana con decreto reale del 14 febbraio 1861, pubblicò una successiva protesta del 26 marzo 1861 contestando il titolo di “Re d’Italia” a Vittorio Emanuele II.

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