LA DATA

28 novembre 1899

Femme fatale del Risorgimento, tra le donne più belle ed affascinanti del tempo, vera personificazione della vanità femminile. Una «statua di carne», così l’aveva definita con una punta d’invidia la principessa di Metternich. Virginia Oldoini, meglio nota come la Contessa di Castiglione, era nata a Firenze nel 1837 e morì a Parigi proprio il 28 novembre 1899.

Figlia del nobile marchese spezzino Filippo Oldoini e della fiorentina Isabella Lamporecchi, Virginia sposò Francesco Castiglione, un nobile della corte di Vittorio Emanuele II, di cui diventò ben presto una delle tante amanti. Nel corso delle tante occasioni mondane traspariva chiaramente la sua naturale disinvoltura nei rapporti sociali, soprattutto nei confronti degli uomini; ben più altero il suo rapporto con le donne scandito dal motto: «Le eguaglio per nascita. Le supero per bellezza. Le giudico per ingegno».

La sua bellezza, intelligenza e disibinizione indussero Cavour (del quale era cugina) e Vittorio Emanuele II a servirsene per una “missione diplomatica” delicatissima a Parigi finalizzata ad ottenere l’appoggio di Napoleone III di Francia alla causa nazionale italiana. Facile intuire quali mezzi vennero usati per circuire l’imperatore e sensibilizzarlo al progetto di indipendenza italiana.  Cavour avrebbe detto alla bella cugina: «Usate tutti i mezzi che vi pare …, ma riuscite»; e la nobildonna non se lo fece certo ripetere.

Dopo i fasti della giovinezza, tra balli ed amanti, e dopo aver conosciuto i personaggi più influenti dell’epoca, arrivò alla fine dei suoi giorni come una triste e romantica eroina: abbandonata da tutti, nostalgica ed inconsolabile per il fascino perduto. Tragica eroina decadente fece coprire gli specchi del suo appartamento parigino con un velo nero, affinché non riflettessero l’immagine della sua bellezza perduta, chiudendosi al mondo che tanto aveva amato.

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