Ora gli intitolano strade, ma ottant’anni fa Angelo Fortunato Formiggini cercarono di dimenticarlo subito. Si lanciò infatti dalla torre della Ghirlandina, a Modena, la sua città, il 29 novembre 1938, per protesta contro quelle leggi razziali che erano un affronto a tutto ciò in cui aveva creduto, a cominciare dall’appartenenza a una nazione per la quale era partito volontario per la guerra, da interventista. Nato nel 1878, di antica famiglia ebraica originaria di Formigine un tempo molto ricca, ma che aveva saputo dissipare il patrimonio con noncuranza, Angelo Fortunato Formiggini aveva per natura un gran senso dell’umorismo, esercitato fin dai tempi del liceo a spese di docenti e compagni di classe. Se questo suo inizio fu così poco apprezzato da costringerlo a cambiare scuola, in seguito ebbe maggior fortuna, soprattutto quando con la collana “Classici del ridere” pubblicò oltre 600 titoli umoristici. Formiggini era infatti era un editore: nella Biblioteca Estense a Modena sono conservate tutte le sue carte familiari e aziendali, trent’anni di vita professionale e di scelte culturali piuttosto importanti : l’archivio editoriale, con 30.061 pezzi distribuiti in 2.068 buste, l’archivio familiare con 23 cassette che contengono la documentazione della famiglia dal 1629 al 1955, la “Storia della casa editrice”, la raccolta della “Casa del Ridere”, composta di 4.581 volumi sulla caricatura e l’umorismo, tutta la produzione libraria, tra cui spiccano oltre 600 volumi dei “Classici del Ridere” e tanto altro ancora. La sua protesta al costo della vita fu fatta passare sotto silenzio, non guadagnò nemmeno un trafiletto.