LA DATA

3 luglio 1883

«Gregor Samsa, destandosi un mattino da sogni agitati, si trovò trasformato nel suo letto in un enorme insetto immondo. Riposava sulla schiena, dura come una corazza, e sollevando un poco il capo scorse il suo ventre arcuato, bruno e diviso in tanti segmenti ricurvi, in cima a cui la coperta del letto, ormai prossima a scivolar giù tutta, si manteneva a fatica. Le gambe, numerose e sottili da far pietà rispetto alla sua normale corporatura, tremolavano senza tregua in un confuso luccichio dinnanzi ai suoi occhi».

Eccolo l’incipit de La Metamorfosi, un racconto tra i più influenti del ‘900, che ogni studente ha incontrato nel suo percorso e ogni lettore mediamente colto ha letto, indentificandosi con raccapriccio nella sventura (metaforica) occorsa all’impiegato Gregor Samsa.

Il 3 luglio 1883, a Praga, nasceva Franz Kafka, tra i massimi interpreti del Novecento, esponente del romanzo esistenzialista e del realismo magico europeo, autore di libri che racchiudono gli incubi e i dolori di una vita drammatica, segnata dal difficile rapporto con il padre, documentato nella commovente Lettera al padre, e dalla cultura mitteleuropea di Praga, la città degli strambi e dei visionari che tanto ha influenzato l’opera dello scrittore boemo.

Le sconvolgenti allucinazioni, racchiuse non solo nella Metamorfosi, ma anche ne Il Processo e Il Castello, vergate sulle pagine con lucido realismo, trasformano in incubi il vivere quotidiano, senza allontanarsi troppo dalla realtà, tanto da far coniare l’aggettivo kafkiano, per descrivere situazioni e caratteri assurdi e incomprensibili in cui l’uomo può trovarsi, suo malgrado.

Figlio di un agiato commerciante ebreo, il giovane Franz non ebbe buoni rapporti neanche con la madre e le tre sorelle, benché incolpasse il padre e i suoi metodi educativi troppo autoritari dell’inettitudine e dell’incapacità di manifestare la propria vera natura sensibile e idealista. Tuttavia è al benessere economico della famiglia, che Kafa deve l’educazione e la formazione nelle scuole tedesche, la laurea in legge e le successive possibilità di dedicarsi alla scrittura.

Il lavoro da impiegato di banca, infatti, era esattamente l’opposto delle sue inclinazioni e alle sue aspirazioni, cosicché l’addio nel 1922 al suo impiego a causa della tubercolosi, fu del tutto indolore.

Kafka e Max Brod

Non lo furono invece i rapporti con le donne, al pari di quelli con il padre, difficili e tormentati, tanto che Kafka rimase scapolo. Trovava perciò rifugio in poche ma solide amicizie, la più importante lo scrittore Max Brod cui la letteratura europea deve l’aver ignorato le disposizioni testamentarie di Kafka e non aver distrutto, ma pubblicato sette dei suoi scritti, tra cui anche La metamorfosi, pubblicati appunto postumi.

Kafka, del resto, non fu scrittore molto prolifico e non tutto quello che scrisse riuscì a completare e a pubblicare in vita: nel 1912, uscì la raccolta di brevi racconti Contemplazione, nel 1916 il racconto La Condanna, cui seguì La metamorfosi e il racconto Nella colonia penale. Nel 1913 era uscito il primo capitolo del romanzo postumo America. Postumi uscirono circa la metà dei racconti, gli altri due grandi romanzi, Il Processo e Il castello.

Franz Kafka morì il 3 giugno 1924, in una clinica nei pressi di Vienna.