LA DATA

3 maggio 1937

Gone with the wind di Margareth Mitchell, conosciuto in Italia con il titolo di Via col vento, vince il Premio Pulitzer e si avvia a diventare un caso editoriale senza precedenti: quasi 180.000 le copie vendute in quattro settimane, un milione in sei mesi, ancora in testa alle classifiche dopo due anni.

Il grande affresco del Sud schiavista e della Guerra di Secessione americana, scritto nel 1936 e tradotto in 37 lingue, ottiene immediatamente un clamoroso successo internazionale, con milioni di copie vendute e continue ristampe che ne fanno a tutt’oggi uno dei libri più venduti di tutti i tempi. Complice del successo del romanzo, che resta l’unico scritto dalla sua fortunata autrice, è senz’altro l’omonimo kolossal cinematografico, diretto da Victor Fleming nel 1939  e prodotto da David O. Selznick, con Vivien Leigh nel ruolo della volitiva Rossella O’Hara e Clark Gable in quello del mascalzone-sciupafemmine sardonicamente innamorato di lei (che continua a credere di preferirgli lo slavato Ashley Wilkes, interpretato da Lesley Howard) e della sua spregiudicata bellezza.

La produzione si rivelò macchinosa sin dalle prime battute: le riprese subirono ritardi a causa della determinazione di Selznick nel volere Gable nel ruolo di Rhett Butler (ma il successo del film dovette poi dar ragione all’ostinato produttore), mentre la ricerca di Rossella portò a provinare ben 1.400 attrici (fra cui grandi nomi di Hollywood come Katharine Hebpurn, Bette Davis, Lana Turner) prima di imbattersi nella pressoché sconosciuta britannica Vivien Leigh. Il fatto che fosse stata selezionata un’attrice inglese per interpretare la ragazza simbolo della storia americana suscitò aspre critiche: Vivien dovette lavorare duramente sul suo accento british perché non stonasse nel contesto generale ma, soprattutto, nascondere la sua relazione con Laurence Olivier, con il quale conviveva more uxorio, e che sposò il 31 agosto 1940, come promesso al capo della Metro Goldwyn Meyer.

Ancora più intrigante la storia del ruolo di Mami, per il quale i giochi sembravano già fatti a favore di Hattie McDaniel quando intervenne la stessa Eleanor Roosevelt presso Selznick, proponendo per la parte la sua governante, Elizabeth McDuffie: il vigoroso intervento di Clark Gable a favore della McDaniel (con la quale aveva lavorato in precedenza) convinse Selznick ad ignorare le pressioni “presidenziali” e Hattie, nata da una famiglia di ex-schiavi, fu infine scritturata per il ruolo che l’avrebbe resa celebre, facendo di lei la prima attrice afroamericana a essere insignita del Premio Oscar.

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