LA DATA

2 maggio 1946

Nasce a Londra David Suchet, attore britannico versatile e raffinato che, pur dividendosi nel suo paese fra teatro, cinema e radio, in Italia è noto principalmente per aver dato il volto al più longevo Hercule Poirot della televisione, avendo interpretato il celebre investigatore belga dal 1989 al 2013.

Nato dalla prolifica penna di Agatha Christie nel 1920, con  il romanzo The Mysterious Affair at Styles, nel quale è affiancato dal capitano Hastings e dall’ispettore Japp, il personaggio letterario deve molto sia alla coppia Sherlock Holmes – Watson creata da Conan Doyle che ad altri illustri antenati del genere, primo fra tutti l’investigatore Auguste Dupin di Edgar Allan Poe, in The Murders in the Rue Morgue.

Poco si sa dei suoi trascorsi e della sua famiglia d’origine, se non che ha lasciato il natio Belgio, dove era ispettore di polizia, nel 1914, come profugo di guerra, per poi ritrovare l’amico e prezioso collaboratore Arthur Hastings e, avendo acquisito popolarità con la brillante soluzione del suo primo caso in Inghilterra, stabilirsi definitivamente a Londra. Qui prende dimora al 56B Whitehaven Mansions Charterhouse Square, un edificio Art Deco (il cui vero nome è Florin Court), costruito nel 1936 da Guy Morgan secondo i principi del più limpido razionalismo architettonico: è per la simmetrica organizzazione degli spazi che, per sua stessa ammissione, l’investigatore ha scelto di stabilirsi nell’elegante e moderno complesso residenziale.

Nei turbolenti anni fra le due guerre mondiali, Poirot viaggia molto fuori dall’Europa: è in Egitto nel celeberrimo Death on the Nile (pubblicato nel 1937), a Gerusalemme e nell’antica città di Petra in Appointment with Death (1938), in Mesopotamia in Murder in Mesopotamia. Di ritorno verso l’Inghilterra da uno di questi suoi viaggi di lavoro, si serve delle carrozze dell’Orient Express, dove avviene l’immancabile omicidio e si verifica un unicum nella carriera dell’investigatore, che prende la difficile decisione di insabbiare l’inchiesta. Composto a Istanbul, nella stanza 411 del Pera Palas Hotel, oggi adibita a museo in onore della scrittrice, il romanzo ha conosciuto una fortunata riduzione cinematografica nel 1974 (con un cast d’eccezione fra cui figuravano Sean Connery, John Gilgaud, Lauren Bacall, Ingrid Bergman e, nel ruolo di Poirot, Albert Finney) e un recentissimo rifacimento nel 2017, per la regia di Kennet Branagh, con un cast altrettanto sontuoso.

In Italia, durante il periodo fascista, i romanzi di Agatha Christie (e di molti altri giallisti anglosassoni) furono pubblicati con ampi tagli e manipolazioni, dovuti sia alla censura del regime che alla necessità di risparmiare carta per abbassare il prezzo di copertina: solo in tempi relativamente recenti i suoi libri hanno cominciato a essere proposti dalla Mondadori, che da sempre ne detiene i diritti, in traduzioni più vicine agli originali.

Curiosamente, il primo incontro del bravo David con la penna della grande giallista era avvenuto già nel 1985 ma in un ruolo diverso da quello di Poirot, avendo vestito i panni dell’ispettore Japp, sul set di Thirteen at dinner, a fianco di Peter Ustinov. In seguito, la finezza psicologica, l’eleganza d’altri tempi, la ricchezza di sfumature umane con cui ha saputo esplorare le pieghe di un personaggio che sarebbe stato facile, come talvolta è accaduto al cinema, trasformare in una maschera cerebrale e manierata, fatta di tic e manie, lo hanno giustamente reso famoso.