LA DATA

30 gennaio 1969

Il 30 gennaio 1969 i Beatles tennero il loro ultimo concerto, su un tetto, a Londra. I Fab Four suonarono sul tetto della sede della Apple Records, al numero tre di Savile Row. Dall’agosto del ’66, i quattro ragazzi di Liverpool avevano deciso di non suonare più dal vivo; quel freddo giorno di gennaio erano in studio, nel seminterrato dello stesso edificio e decisero di provare all’aperto le tracce già incise, in modo da filmare quell’anomalo concerto senza pubblico ed inserirlo nel docufilm Let it be, che stavano preparando. Come ricorda Ringo Starr:  «C’era l’idea di suonare di nuovo dal vivo, e ci chiedevamo dove saremmo potuti andare: magari al Palladium, o nel Sahara. Ma avremmo dovuto organizzare un grosso spostamento, così abbiamo deciso di andare sul tetto».

I brani furono registrati in otto tracce con una qualità audio molto alta. Erano state predisposte telecamere sul tetto, nella reception dell’edificio e in strada, per cui nel filmato si possono vedere anche le reazioni sorprese dei passanti, assiepati sui marciapiedi, con lo sguardo all’insù, e l’arrivo della polizia che interruppe il concerto per disturbo della quiete pubblica. I Beatles suonarono diverse versioni di cinque canzoni – Get Back, Don’t Let Me Down, Dig a Pony, I’ve Got a Felling e One After 909 – e si fermarono dopo 42 minuti di esibizione.

Tutto ebbe inizio verso mezzogiorno, nell’ora in cui gli impiegati dei vicini uffici andavano a pranzo. Nonostante i ragazzi più famosi del mondo potessero essere visti solo da coloro che si trovavano ai piani più alti, centinaia di fans ed incuriositi passanti si radunarono in strada quando la musica irruppe tra i gli austeri edifici londinesi. A causa del gran freddo John Lennon aveva indossato la pelliccia di Yoko Ono, e Ringo Starr l’impermeabile rosso della moglie Maureen. Gli effetti del forte vento sulla qualità del suono furono scongiurati grazie ad uno stratagemma adottato da Alan Parsons, il quale avvolse i microfoni con calze da donna.

Nonostante il loro concerto sul tetto rimanga il più famoso non si trattò del primo. Erano stati i californiani Jefferson Airplane, il 7 dicembre 1968, a scegliere l’insolita location per primi, suonando in cima allo Schuyler Hotel di New York. Come non ticordare poi gli U2 che, citando esplicitamente i Beatles, registrarono nel 1987 il video per il loro singolo Where the Streets Have No Name sul tetto di un negozio di liquori di Los Angeles, anch’essi costretti ad interrompere la loro performance con l’arrivo delle forze dell’ordine.

Paul McCartney così ricorda il Rooftop Concert:

«Decidemmo di suonare tutte le cose che avevamo provato e registrarle. Se avessimo ottenuto delle buone registrazioni allora le avremmo usate, altrimenti avremmo usato delle altre versioni che avevamo registrato di sotto, nel seminterrato. Fu molto divertente perchè eravamo all’aperto, che era inusuale per noi. Non avevamo suonato all’aperto per un sacco di tempo. Era una location molto strana, non c’era pubblico a parte Vicki Wickham e pochi altri. Stavamo suonando virtualmente per nessuno, solo per il cielo, era piuttosto bello».

L’ultima frase pronunciata da John Lennon prima che i microfoni venissero spenti fu: «Vorrei ringraziare tutti da parte nostra e del gruppo, spero che abbiamo passato l’audizione».