LA PAROLA

Granciporro

Secondo il Dizionario etimologico della lingua italiana di Pianigiani, il termine granciporro deriva dal latino cancer pagurus dove la g di paguro è caduta e la au si è trasformata in o. Il termine attualmente indica un tipo di granchio abbastanza grande e massiccio, di colore scuro rossastro, che vive in mezzo alle rocce e va a caccia di cibo solo di notte. Detto anche porrone perché dotato di escrescenze simili ai porri.

Originario dell’Oceano Atlantico, si ritrova anche nella laguna di Venezia, seppure con dimensioni ridotte rispetto alla specie originaria. Economico, non molto conosciuto e probabilmente sottovalutato rispetto ad altri crostacei, ha un ottimo sapore e può essere utilizzato in primi, secondi, insalate, sia per piatti freddi che caldi. Famoso nella cucina veneta il “granciporro alla veneziana”.

In senso figurato, il termine viene utilizzato per indicare, in modo bonario e ironico, uno sbaglio molto evidente, uno strafalcione che crea imbarazzo e che si può risolvere buttandola sul ridere. Questo significato deriva dalla delusione dei pescatori quando, durante la pesca, invece di sardine o triglie, trovavano nelle reti un granciporro che con le sue chele aveva tranciato i tramagli.

 

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