LA DATA

4 dicembre 1975

Il 4 dicembre 1975 muore, a New York, Hannah Arendt, eminente figura di pensatrice del secolo scorso, ricordata per la sua opera di filosofa e storica, focalizzata sulla natura del potere e l’autoritarismo.

Nata ad Hannover, in Germania, nel 1906, dopo essersi laureata in filosofia all’Università di Marburg, come allieva del celebre filosofo Martin Heidegger, fu costretta a riparare prima in Francia e in seguito negli Stati Uniti, per le sue origini ebraiche. Inviata dal “New Yorker”, seguì in Israele il processo al criminale nazista Adolf Eichmann, dal quale trasse ispirazione per La banalità del male, la sua opera più nota, dove spiega come un popolo possa rendersi complice dei più efferati crimini contro l’umanità, scivolando nella cieca obbedienza e nell’obnubilamento, senza un minimo di autocoscienza. Questo processo può far sì, secondo la Arendt, che uomini comuni, dalle vite “normali”, vengano trasformati in una sorta di ragionieri del male.

Nonostante i suoi studi, i suoi saggi e la sua formazione, rifiutò sempre di essere categorizzata come filosofa, preferendo che la sua opera fosse descritta come teoria politica piuttosto che come filosofia politica. La Arendt, contraria ad ogni tipo di totalitarismo, difese il concetto di “pluralismo”, riconoscendo in esso il potenziale per la realizzazione della libertà e dell’uguaglianza tra gli uomini, nella prospettiva dell’inclusione dell’altro, ovvero di ciò che ci è estraneo. Come risultato dei suoi assunti, la Arendt si trovò a sviluppare una forte critica della democrazia rappresentativa, prediligendo, invece, un sistema basato sui consigli o forme di democrazia diretta. Nel 2012 è uscito un film ispirato alla sua vita, Hannah Arendt, diretto dalla regista tedesca Margarethe von Trotta e proiettato in Italia il 27 gennaio 2014, in occasione della Giornata della Memoria.