LA DATA

4 giugno 1924

Il suo nome è indissolubilmente legato a quello di Albert Einstein, cui il 4 giugno 1924, Satyendranath Bose spedì una lettera di presentazione che conteneva un suo articolo su una nuova derivazione della legge di Planck, dando così origine a un collaborazione che avrebbe portato a ulteriori straordinarie scoperte nella fisica.
La più nota è il Condensato di Bose-Einstein, «uno stato della materia – si legge su wikipedia – che si ottiene quando si porta un insieme di bosoni a temperature estremamente vicine allo zero assoluto, corrispondente a -273,15°C. In queste condizioni di grande raffreddamento, una frazione non trascurabile delle particelle si porta nello stato quantistico di più bassa energia e gli effetti quantistici si manifestano su scala macroscopica».

Bose era orginario di Calcutta e, in suo onore, la particella che obbedisce alla statistica di Bose-Einstein è stata chiamata bosone. L’esistenza ne è stata dimostrata scientificamente solo nel 1995, confermando la teoria che avevano intuito e poi descritto i due fisici.

Nella lettera che Bose inviò a Einstein, gli chiedeva se l’articolo fosse degno di essere pubblicato su una rivista tedesca specializzata, la “Zeitschrift fur Physik” e se, in tal caso, lo avrebbe aiutato a tradurlo dall’inglese al tedesco.
L’antefatto che portò alla lettera a Einstein e alla successiva straordinaria scoperta del Condensato è curioso: mentre era all’Università di Dacca, Bose scrisse un articolo in cui descriveva l’effetto fotoelettrico, basandosi su una lezione che lui stesso aveva tenuto e durante la quale aveva commesso un errore di statistica, che poteva risultare evidente per chiunque avesse conoscenze base della materia. Ciononostante i risultati cui arrivò Bose erano corretti.

Il mondo scientifico e le maggiori riviste di fisica, tuttavia, ignorano i risultati di Bose concentrandosi invece sull’errore e sostenendo che aveva presentato un semplice sbaglio. Scoraggiato, lo scienziato scrisse la famosa lettera a Einstein che, viceversa, fu  subito in accordo con le sue teorie. Fu la svolta, perché i fisici iniziarono a prendere sul serio le idee di Bose e su quell’errore oggi si basa la statistica di Bose-Einstein.