LA DATA

6 febbraio 1846

Bettino Ricasoli, soprannominato il  Barone di ferro,   è stato a lungo un importante uomo politico italiano, secondo presidente del Consiglio dell’appena nato Regno d’Italia dopo Cavour.e poi sindaco di Firenze.

La discesa in campo politico per il nobile imprenditore agricolo toscano avvenne il 6 febbraio 1846, quando inviò un coraggioso memoriale al granduca Leopoldo II di Lorena per spronarlo a metter mano alle riforme richieste dagli ambienti liberali.

La politica lo impegnò molto, ma molto più tempo lo dedicò alla ricerca, alla “progettazione” di un vino perfetto, in grado di sfidare i grandi vini francesi che alla meta del XIX secolo dominavano incontrastati i mercati internazionali. Dopo decenni di sperimentazioni tra vigne e cantine della sua tenuta del Castello di Brolio in Chianti, il barone riuscì finalmente a dar vita ad un grande vino rosso da invecchiamento. Un vino di qualità prodotto con vitigni autoctoni: il Sangiovese, il Canajolo e la Malvasia bianca. «Il vino riceve dal Sangioveto la dose principale del suo profumo […] dal Canajolo l’amabilità che tempera la durezza del primo […]; la Malvagia […] tende a diluire il prodotto delle due prime uve […]»: è questo il celebre brano della lettera di Ricasoli a Studiati che ha segnato la nascita della storia moderna del Chianti Classico.