Nunziatina ci resterà per sempre nel cuore. Ha combattuto per la nostra libertà. Ha vinto i fascisti. Ed è persino sopravvissuta alla fucilazione. Lei dice che non è un miracolo perché ai miracoli non crede da buona ex partigiana comunista. «Si vede che non era il mio momento».
Ora Annunziata Verità ha 93 anni portati benissimo, negli occhi i lampi di una vita appassionata, dura, dolorosa ma anche felice. Era ragazza quando ha rischiato di morire ed è diventata subito un punto di riferimento per i compagni, per i suoi compagni che ha anche visto morire, trasfigurati dalle torture.
La sua vita è come un romanzo, come un film, ma lei l’ha vissuta intensamente solo per combattere le ingiustizie, l’orrore fascista, per donare la libertà a chi sarebbe venuto dopo, ai figli, ai nipoti, ai pronipoti e a tutti quelli che anche oggi assistono a germi di fascismo, a violenze e intolleranze.
Dice: «Sono nata il 2 febbraio 1926, sotto il fascismo. Della mia infanzia ricordo soprattutto una gran miseria. Eravamo una famiglia allargata e poverissima … E ancora: Ero una ragazza ribelle, già allora. Forse avevo preso dal babbo che era di idee repubblicane e socialiste».
E anche il suo cognome deriva da un prete ribelle e patriota, don Giovanni Verità, amico di Giuseppe Mazzini e membro della Giovine Italia. Nunziatina però ha deciso di combattere il fascismo all’età di 14 anni quando incontra per strada Achille Pantoli ridotto sulla sedia a rotelle dalle percosse e dalle torture dei fascisti. «La sua storia mi entrò nel cuore e nella mente. Quel giorno mi dissi che anch’io avrei combattuto il fascismo: per quel povero giovane costretto in carrozzina e ad una vita di scarto dalla loro violenza; per la sua causa che da quel momento diventò anche la mia».
Claudio, l’amico ed ex collega de “l’Unità”, Claudio Visani, riesce a trasmetterci le atmosfere dell’epoca, i caratteri bestiali della “banalità del male” e la missione di cui furono protagonisti tanti comunisti di allora che poi entrarono in clandestinità con tanti cattolici e repubblicani per renderci liberi. Claudio ha un merito: scrive una sceneggiatura incalzante che ci mostra episodi, ci dipinge i volti di quegli assassini e la passione di chi li contrastava a rischio della vita.
È un memoriale ricchissimo anche di fotografie del tempo ed anche più recenti di questa meravigliosa icona della libertà che fu e che resta Nunziatina. I luoghi sono quelli della Romagna attorno a Faenza e Modigliana, zone nelle quali le attività dei fascisti furono addirittura peggiori di quella dei loro alleati tedeschi e che crearono orrori simili a quelli vissuti in altri contesti come le Fosse Ardeatine. Uno stillicidio di agguati, di crudeltà, di torture ripetute, di violenza inaudita. È un memoriale che ci consegna anche tanti messaggi di pace e tolleranza ottenuti rispondendo alla violenza con altra, necessaria, violenza mai fine a sé stessa però. Ci spiega la differenza tra male e bene ed è quello che occorrerebbe trasmettere nelle scuole. Ci spiega che questa nostra società così libera, così aperta, così fantasmagorica e ultramoderna non potrebbe esistere se alcuni, come Nunziatina, non si fossero sacrificati. Ma infine ci spiega che basta così poco per perdere la nostra libertà. Basta l’atteggiamento sbagliato di chi ci dovrebbe guidare, bastano le parole sbagliate di chi vuole chiudere anziché aprire, ergere muri e non ponti.
Nella prefazione, Gabriele Albonetti, che è stato deputato Pd e Presidente della Provincia di Ravenna per due mandati, sottolinea un concetto da sottoscrivere: «Questo racconto inchiesta di Claudio Visani vuole raccontare, tramite le vicende di Annunziata Verità, la storia avventurosa e rocambolesca di una di queste donne, un viaggio attraverso l’amore, la paura, la rabbia e lo sgomento di una giovane vita coinvolta suo malgrado dentro la cattiveria e la barbarie di un periodo oscuro, dove i mostri che albergano sempre nell’animo umano si sono scatenati nella violenza dell’odio e della guerra».
È questo la ragazza ribelle, un monito a non odiare, ad essere curiosi, aperti. Generosi. Perché, come dice Nunziatina: La guerra è la più brutta delle cose che possono accadere all’umanità. Il fascismo e il nazismo sono la dimostrazione di quanto può essere feroce la bestia umana.