LA PAROLA

Crispr

AMINE GRAOUATE

La parola di oggi non è un nome né un aggettivo, bensì un acronimo: CRISPR infatti sta per Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats, vale a dire brevi ripetizioni palindrome raggruppate e separate a intervalli regolari, e indica una delle più recenti e promettenti tecniche di ingegneria genetica, uno dei modi cioè che la ricerca ha messo a punto per intervenire e correggere le mutazioni, i cosiddetti errori, nel DNA delle cellule, anche di quelle umane.

Questa tecnica, di facile applicazione e dai costi molto contenuti rispetto alle precedenti, permette di esplorare qualsiasi tratto di DNA alla ricerca di particolari sequenze e di tagliarle, con una vera e propria operazione di riscrittura o editing genomico, come viene chiamata, sfruttando un meccanismo enzimatico di difesa contro i virus usato dai batteri che li rende capaci di degradare materiale genetico estraneo. La tecnica può essere utilizzata in molti modi: insieme alla cancellazione di interi geni, può servire a introdurre nel genoma, in un punto preciso, un segmento del tutto estraneo oppure a correggere i geni mutati in modo che tornino a funzionare bene. I suoi campi di applicazione sono vastissimi, dalla cura del cancro a quella dell’AIDS, fino allo studio delle malattie genetiche solo per rimanere nell’ambito della medicina, ma non meno importante è il suo utilizzo in biologia e in tecnologia, nella produzione di biocarburante o nella modificazione di microrganismi di interesse agricolo, tanto per fare degli esempi.

Le prime a mettere a punto il nuovo editing genomico mediante CRISPR sono state la microbiologa francese Emmanuelle Charpentier e l’americana Jennifer Doudna nel 2012; si deve però a Feng Zhang, ricercatore cinese naturalizzato americano, il perfezionamento e l’adattamento della tecnica alle cellule umane nonché il primo brevetto vero e proprio della metodica.

Per dare un’idea di quanto avviene a livello intracellulare, si potrebbe parlare del meccanismo d’azione di CRISPR come di un intervento di chirurgia genetica: infatti, come nella chirurgia classica in cui si rimuove, sostituisce, corregge, aggiunge – in sintesi, operazioni di “taglia e cuci” – con CRISPR si fa la stessa cosa in maniera fine ed elegante agendo a livello del codice della vita senza traumatizzare il corpo. Per effettuare tale intervento vengono utilizzate le proteine appartenenti alla classe delle nucleasi capaci di tagliare il DNA dove desiderato, paragonabili al bisturi o alle forbici del chirurgo; inoltre, per rendere precisa e mirata l’operazione, una componente del complesso enzimatico CRISPR viene equipaggiata di una guida – nella fattispecie, un tratto di RNA complementare al tratto di DNA sul quale si vuole agire – esattamente alla stregua di una telecamera utilizzata in micro-chirurgia o al liquido radioattivo iniettato a un soggetto prima di una risonanza magnetica o di una PET (tomografia computerizzata ad emissione di positroni). Per finire, una volta che il DNA è stato tagliato e riparato, l’intervento si conclude ricomponendo i tratti interessati tramite i naturali meccanismi di riparazione a disposizione delle cellule.

Una tale potenzialità nella capacità di manipolazione del genoma di piante, insetti ed esseri umani potrebbe però avere anche delle importanti implicazioni etiche riguardo l’editing degli embrioni umani, così come delle possibili ricadute negative sull’ecosistema del quale, ad oggi, ignoriamo tutte le possibili conseguenze di una qualsiasi modifica a carico di un suo elemento. Molti ricercatori ed esperti di bioetica hanno espresso preoccupazioni anche riguardo la relativa facilità ed economicità della tecnica rispetto a quelle precedenti: nelle mani dei cosiddetti biohacker, CRISPR potrebbe essere utilizzata per scopi ambigui.

Il rischio che l’editing genomico sfoci in eugenetica è reale; in parallelo con il progressivo perfezionamento della tecnica si rende necessaria una approfondita discussione sulle implicazioni etiche e ambientali, ma è altrettanto vero che grazie a CRISPR molteplici possibilità di nuove cure per tantissime patologie sono oggi sempre più concrete e affascinanti. Una nuova frontiera è aperta.

Tags