LA PAROLA

Plogging

Gli svedesi ne sanno una più del diavolo, in quanto a pulizia e rispetto dell’ambiente, fitness e benessere. A loro dobbiamo una parola che sta entrando rapidamente a far parte del nostro lessico, l’ennesimo neologismo che, almeno, non arriva da internet, dalla rete e dai social, che certamente non sarà italianizzato e di cui speriamo di sentir parlare a lungo.

È plogging, lemma inglese che nasce come “parola macedonia”, unendo to pick up (raccogliere) e jogging: in pratica correre, fare jogging, raccogliendo contemporaneamente i rifiuti. Si bruciano calorie, tante, si fanno piegamenti sulle gambe, tanti quanti sono i rifiuti che vogliamo raccogliere, a vantaggio della tonicità del cosce e del sedere, facendo anche bene all’ambiente e di conseguenza allo spirito.

La crasi tra i due verbi sembra un po’ forzata, ma sfogliando i dizionari (cartacei) di inglese più datati non c’è traccia del verbo to plog, mentre la rete, in particolare il traduttore di google, lo cita con il significato italiano di piantare. Ma è l’unico trovato e non ha molte affinità con l’azione di correre, tirando su bottiglie e cartacce da terra. Quindi bisogna prendere per buona questa spiegazione etimologica, riportata sul sito “Stuff”. Il richiamo onomatopeico non è il massimo, ma il fine è nobile!

La nuova moda non poteva passare inosservata ai patiti del social, che hanno subito prodotto l’hastag #plogging, già una moda anche da noi. Da giorni ne parlano siti di informazione e di vivere verde,  ma anche quotidiani come “La Repubblica” e radio nazionali come “101”, nonché in Europa testate come “The Telegraph”, che lo incorona come il trend del fitness per il 2018, e tv come la “BBC”.

Insomma un vero e proprio fenomeno, che almeno nelle intenzioni unisce l’utile al dilettevole. Gli esperti assicurano che bastano 30 minuti al giorno per perdere peso, tonificare i muscoli, migliorare il circolo cardiovascolare con tutte le benefiche conseguenze per l’organismo.

Il plogging  non poteva che avere la cittadinanza svedese, data la tradizione verde degli scandinavi e l’attenzione per il fitness. A proposito di cura dell’ambiente, infatti, si dice che Stoccolma, ancora nell’Ottocento fosse una delle città più “mefitiche” d’Europa, con la più altra mortalità per malattie infettive come tifo, epatiti, ecc. In poco più di un secolo il primato è stato ribaltato e oggi tutte le acque intorno alla capitale svedese sono balneabili (se la temperatura fosse un tantino più alta).