LA PAROLA

Inossidàbile

Traslato in senso figurato sta ad indicare chi non conosce l’incuria del tempo. Ed è di questo significato, più che del principale relativo a quei metalli insensibili alle sostanze corrosive che qui si tratta. Deriva appunto dalla proprietà di certe sostanze, per lo più metalli, di non essere soggette, o solo in modica misura, a quel processo chimico detto ossidazione che si innesca in combinazione con l’ossigeno determinando una perdita di elettroni (vale a dire di cariche negative e di un aumento, quindi, di valenza positiva) e la liberazione di energia; il ferro esposto all’aria umida o a contatto con l’acqua si ossida, corrodendosi e formando sulla superficie ruggine, fenomeno a cui non sottostà l’acciaio che per la presenza di cromo e nichel non arrugginisce ed è resistente all’azione di varî liquidi aggressivi. È cioè inossidabile.

Chi resiste, dunque, al passare e al mutare del tempo, inteso tanto in senso meteorologico quanto cronologico, conservando intatte le proprie qualità è inossidabile. Se questo induce a credere in una qualche forma di immortalità, è bene tornare sulla Terra e considerare che chi è inossidabile è poco ricettivo a quanto gli sta d’intorno ed anche a quanto ribolle dentro di sé. Le rughe, varianti della ruggine, hanno il pregio di indicare che chi le porta ha vissuto: ne sarà anche stato scalfito e non ne è uscito indenne, ma di lì per dio è passato, anima e corpo.

Di certe persone così dette si è soliti pensare che farebbero bene a farsi da parte, a riconoscere d’aver fatto il proprio tempo e di non essere buoni per tutte le stagioni.

Ciò non toglie che qualche pregio l’inossidabilità lo porti. Che certi sentimenti – l’amore, l’amicizia, anche qualche ideale –, per quanto mutanti nel tempo, resistano agli anni, ai decenni, alle vite intere, è esso stesso un processo chimico, un’altra liberazione di energia. Bum!

Tags