Un lunedì. Alle ore 15 inizia il XIII congresso del Partito Comunista Italiano. La massima assise del Partito si apre in un clima infuocato per la crisi del centro-sinistra, le BR si fanno sempre più ardite, gli scontri nella città lombarda porteranno all’assalto del “Corriere della Sera” e alla morte di un pensionato per gli spari dei lacrimogeni ad altezza d’uomo durante una manifestazione neofascista. Enrico Berlinguer, come scrive Giuseppe Fiori nella sua biografia, «ascende per acclamazione», alla carica di segretario generale del Pci. Quella nomina segna un nuovo inizio. Ha solo cinquant’anni, è giovane ma ha già una lunga esperienza nel partito e nei suoi massimi organi. Riuscì a portare nuova linfa al Pci anche se fu duramente contestato per alcune scelte. Dopo la sua morte è stato rimpianto da tutti e ogni tanto, spesso, c’è ancora chi lo tira per la giacca secondo i propri fini.