Sono le sette di sera del 26 febbraio 1815 quando Napoleone Bonaparte si imbarca sul brigantino Incostant con un piccolo esercito di 673 uomini, fra cui molti giovani elbani, e lascia l’Elba per tornare in Francia. Dopo la sconfitta nella battaglia di Lipsia e a seguito del trattato di Fontainbleau, Napoleone era stato costretto ad abdicare dal trono di Francia e accettare l’esilio all’isola d’Elba, dove era giunto il 3 maggio 1814; molti dei suoi nemici pensavano che fosse ormai stanco e rassegnato, ma i suoi piani erano ben altri che rimanere confinato su una piccola isola.
Già dai primi di febbraio, approfittando di un attracco forzoso dell’imbarcazione Inconstant che si era arenata nei pressi di Portoferraio, Napoleone, con la scusa di farla riparare, aveva iniziato a riarmarla di cannoni e a caricarla di provviste per il viaggio.
La sera del 25 febbraio si tiene una gran festa di Carnevale nel Teatro dei Vigilanti, organizzata da Paolina Bonaparte per favorire il piano di fuga, mentre fervono gli ultimi preparativi per la partenza e anche la madre Letizia viene informata del progetto. La decisione di lasciare l’isola il 26 di febbraio era stata determinata dalla partenza per Firenze del Commissario inglese Sir Neil Campbel.
La mattina del 26 febbraio, domenica, la notizia della partenza si è ormai diffusa; alle cinque del pomeriggio i tamburi rullano per tutta la città, parte un colpo di cannone per segnalare che l’Imperatore ha appena lasciato la Villa dei Mulini e si incammina verso il porto. Lo segue un gruppetto di fedelissimi, fra i quali il valletto di camera Marchand, che porta una valigetta contenente parte dei gioielli Borghese che Paolina aveva voluto offrire al fratello per finanziare il suo ritorno in Francia. Come si legge in Souvenirs et anecdotes de l’île d’Elbe di Pons de l’Hérault, che era direttore delle miniere di Rio e testimone dei giorni dell’esilio, quando Napoleone arrivò al porto era radunata una folla che lo salutava commossa.
Il pittore Joseph Beaume ha fissato i momenti precedenti la partenza di Napoleone dall’Elba in un dipinto del 1836 dal titolo Napoléon Ier quittant l’île d’Elbe, 26 février 1815, che si può ammirare nel Musée Naval et Napoléonien di Antibes in Costa Azzurra.
Oltre al Teatro dei Vigilanti, fatto costruire ex novo durante la sua permanenza all’Elba, a ricordo dell’esilio sono rimaste la Palazzina dei Mulini e Villa San Martino: le due residenze fanno parte del Museo Nazionale delle Residenze Napoleoniche dell’Isola d’Elba.
Per ripercorrere i giorni dell’esilio elbano di Napoleone e i suoi rapporti con gli abitanti dell’isola, consiglio di leggere il libro N. di Ernesto Ferrero, vincitore del Premio Strega nel 2000, e di vedere il film N Io e Napoleone (Italia, Francia, Spagna 2006, 110 minuti), con Daniel Auteuil nella parte di Napoleone, che Paolo Virzì ha liberamente tratto dal libro.