LA PAROLA

Vento

Definiamo comunemente vento il movimento prevalentemente orizzontale di una massa d’aria del peso di circa 5.600 milioni di tonnellate e dello spessore medio di circa 10 mila metri che avvolge la superficie terrestre. A generare il movimento determinandone intensità e direzione sono principalmente due fenomeni: l’irraggiamento solare e la rotazione terrestre.

Ai tropici le temperature del suolo e l’irraggiamento della terra sono alte e la coltre d’aria si riscalda molto rapidamente; l’aria calda si espande, sale, si raffredda, si condensa e, dopo aver sparso la propria umidità,sale ancora,trasformandosi in temporali che pompano energia in alto fino alla troposfera. Il calore e il vapore acqueo montano fino a cozzare contro il soffitto del tempo atmosferico, a circa 15 km. Qui termina la corrente ascendente, l’aria gira e fluisce ai lati nell’unica direzione possibile, verso i poli.

Se il nostro pianeta fosse una sfera liscia, senza rilievi, e non ruotasse intorno al proprio asse ogni 24 ore la circolazione dell’atmosfera sarebbe semplice. L’aria attorno all’equatore salirebbe e si sposterebbe verso il Polo Nord nell’emisfero settentrionale e verso il Polo Sud in quello meridionale, e il suo posto verrebbe occupato da aria fredda più bassa, che fluirebbe verso l’equatore da entrambe le direzioni. Tutti i venti alla superficie soffierebbero dai poli e tutti i venti superiori verso i poli.

Però le aree terrestri e oceaniche assorbono e irraggiano calore a ritmi diversi, attraversando aria di umidità variabile. I deserti, le praterie e le foreste hanno ciascuno il proprio peculiare bilancio calorifico e i propri venti. Per quanto possa essere rapido e diretto il loro flusso iniziale, vengono rallentati dall’attrito e deflessi in ogni direzione dalla configurazione sia di terra che del mare. Ma gli influssi più tortuosi provengono dalla rotazione della terra e dall’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre che da origine alle stagioni. È questo l’effetto o Forza di Coriolis.

Sin qui, la definizione scientifica di quello che noi conosciamo essere “il vento”. Ma ci sono anche definizioni più “poetiche” che hanno ispirato diversi artisti in tutte le discipline artistiche. Dalla pittura al canto; alla letteratura, alla poesia, alla musica.
Qui di seguito, una visione di questo elemento naturale, tratta da Il libro del vento di Lyall Watson:

«Tra tutte le forze naturali il vento è la più enigmatica.
Il calore e la luce hanno sorgenti visibili, la differenza tra sole e ombra è ovvia, l’acqua e la terra sono cose materiali con proprietà prevedibili. Tramonto, luna piena, fulmini, il fuoco nella foresta provocano tutti meraviglia e allarme, ma possiedono un punto focale naturale, eccitano la curiosità e richiedono una spiegazione. Invece il vento è diverso.

Intanto è invisibile. Può alzarsi furtivamente uscendo dal nulla e solleticarci dietro il collo oppure può scaraventarci distesi faccia a terra. Non ha forma propria, né dimensioni, né odore, né sapore, né suono. Tutte le sue proprietà sono prese a prestito, tutta la nostra esperienza di esso ci arriva di seconda mano. Possiamo agire solo sugli effetti indiretti. E’ grande e forte abbastanza da strappare alle radici le più grandi specie viventi sulla terra e tuttavia può filtrare attraverso una fessura sottile come un capello. Il vento è sfuggente, mobile, fuggitivo, difficile da definire e impossibile da ignorare.

Questa combinazione di qualcosa e nulla, di una forza che non può essere percepita dai sensi, eppure ha un’esistenza innegabile, fu la nostra prima esperienza delle cose spirituali. Freud sostenne che fu il movimento dell’aria ciò che diede l’immagine della spiritualità, perché lo spirito prende in prestito il suo nome dal respiro del vento. I greci usarono la parola pneuma sia per il vento che per lo spirito e in ebraico e arabo “ruh” significa sia respiro che vento. Nacque così l’idea dell’anima come principio spirituale nell’individuo!

E il vento, come sempre, si limitò a darci la piccola spinta che ci occorreva».

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