ATTUALITÀ THE DARK SIDE OF THE NEWS

L’inossidabile fake news dei “Protocolli dei savi di Sion”

Elio Lannutti

Da molti anni mi occupo di studiare l’antisemitismo nella sua forma moderna contemporanea, e il mio impegno si esplica soprattutto a scuola dove cerco di sensibilizzare i giovani e i colleghi alla conoscenza del discorso antisemita. Mai avrei creduto di vedere rievocato – come reale – uno dei reperti più emblematici del discorso antisemita, in maniera tanto palese, all’interno del contesto pubblico italiano, da parte di un membro del parlamento.

Non credevo ci fosse bisogno di spiegare cosa siano i Protocolli dei savi di Sion. Fino a ieri lo ritenevo scontato. In rete esistono diversi siti dove informarsi su questo inquietante pamphlet antisemita, vera proto “fake news” del mito cospiratorio (per una prima sommaria informazione si può dare un”occhiata alla voce di Wikipedia) ma evidentemente devo ricredermi, e sono veramete allibito.

Il testo classico di Norman Cohn Warrant for Genocide (1966) (Tr. it. Licenza per un genocidio. I “Protocolli degli Anziani di Sion”. Storia di un falso, Torino, Einaudi, 1969) è sicuramente una delle più acute analisi del dispositivo mitologico della cospirazione antisemita.

In italiano esiste in bel libro di Cesare De Michelis, Il manoscritto inesistente. I “Protocolli dei savi di Sion”: un apocrifo del XX secolo, Marsilio Editori, Venezia 1998 (2ª ed. 2004), ma mi piace ricordare uno degli ultimi romanzi di Umberto Eco, Il cimitero di Praga (2010), oltre che il meraviglioso Il pendolo di Foucault (1988) dello stesso autore.

Si legge nella pagina ad essi dedicata dello Yad Washem, il Centro mondiale per la memoria dell’Olocausto:

«I Protocolli sono un documento falso costruito a tavolino che pretende di rivelare una trama ebraica per conquistare il mondo. I protocolli erano basati su una satira del regime francese di Maurice Joly pubblicata in Belgio nel 1864. L’adattamento ad opera della Ocrana fu distribuito per la prima volta in Russia. Alla fine, i Protocolli furono usati dai nazisti come “prova” della cattiveria e dell’avidità degli ebrei. Gruppi antisemiti pubblicano ancora oggi i Protocolli con l’intenzione di ferire gli ebrei e negare l’Olocausto.

I Protocolli affermano che gli ebrei useranno diverse “armi” per ottenere il controllo del mondo. Affermano che gli ebrei hanno causato la rivoluzione francese, il liberalismo, il socialismo, il comunismo e l’anarchia per indebolire la società europea. Gli ebrei controllano anche il prezzo dell’oro e hanno il potere di suscitare crisi economiche, governare i media, creare faide religiose e tribali e distruggere con atti terroristici, quando lo trovino necessario, le città occidentali. Una volta conquistato il potere mondiale, richiederanno la totale obbedienza a un re ebreo. Infine, i massoni agirebbero come loro collaboratori in questa cospirazione.

Le affermazioni false fatte dai Protocolli non erano originali. Verso la metà del diciottesimo secolo, storie simili furono pubblicate sui media tedeschi. Tali idee venivano anche pubblicate in Russia alla fine del secolo. Pëtr Ivanovič Rachkovsky, capo del ramo straniero della polizia segreta russa a Parigi, fu probabilmente responsabile della falsificazione dei Protocolli durante l’affare Dreyfus del 1894. Rachkovsky sperava di raggiungere due obiettivi: fornire un documento per i francesi che avrebbe “implicato” Alfred Dreyfus, un ufficiale militare ebreo, dei suoi presunti crimini e un documento per i russi per sostenere le loro politiche antisemite.

Altre versioni dei Protocolli furono pubblicate in Russia all’inizio del secolo. Quando gli oppositori della Rivoluzione fuggirono dalla Russia, portarono con sé i Protocolli in Occidente; le versioni del documento sono apparse in Germania negli anni ’20. Presto i nazisti iniziarono a usare i Protocolli – erano spesso citati nei giornali nazisti. I protocolli si diffusero rapidamente in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti (fa riflettere che ne fu protagonista della divulgazione Henry Ford) e la Gran Bretagna, e furono tradotti in dozzine di lingue.»

La corrente riedizione del mito del complotto addita il Gruppo Bilderberg, Soros e prima ancora i Rothschild come protagonisti, dietro le quinte, più o meno di tutti gli sconvolgimenti economico politici connessi alla società contemporanea, in combutta con la massoneria e la grande finanza mondiale. Giudeofobia, massonofobia e cospirazionismo sono tre puntelli dello stesso dispositivo.

Come ho scritto più volte (ad esempio qui) il discorso politico delle destre (ma anche di certe sinistre) sovraniste è ampiamente presente sul web, e da questo brodo di cultura, infarcito di fake news e bufale varie, fuoriescono pericolose evocazioni da parte di militanti vicini soprattutto ad uno dei partiti dell’attuale maggioranza.

Occorre che le autorità democratiche, i militanti democratici, gli insegnanti, i giornalisti e chiunque abbia a cure la nostra democrazia vigili su questa pericolosa riadozione del mito cospirazionista al fine di opporsi preventivamente – innanzitutto con la forza dell’intelligenza – ai rischi ad essa connessi.

A pochi giorni dal Giorno della Memoria, questo è un compito urgente e necessario.