LA PAROLA

Livella (‘A)

Ovviamente lo «strumento atto a verificare l’orizzontalità di una retta o di un piano […] costituito da una fiala di vetro (montata su un regolo di legno o di metallo) […]», come recita il Vocabolario Treccani alla parola livèlla (diminutivo di libra “bilancia”).

Ma qui, è presa nella sua magistrale esposizione figurata nel significato attribuitole anteponendone in napoletano l’articolo ‘a, così come nel titolo della poesia scritta da Antonio De Curtis, in arte Totò, nel 1964: «’A morte ‘o ssaje ched’è? …è una livella».

Sì, la livella come la morte, capace di rendere indistintamente uguali tutti gli uomini, l’unica cosa al mondo che davvero sia comune a tutti loro. Senza star a dare tante spiegazioni che si possono leggere alla voce ‘A livella su Wikipedia, non si può non ascoltare come la definiva lo straordinario attore napoletano. Ricordatevene gente, ricordatevene. Che intanto ci pensa lei.

Il testo della poesia