Le più recenti conquiste teoriche della fisica quantistica sono molto interessanti e promettenti: consentono infatti anche di aprire la mente a quella che Simone Weil definisce “la fisica soprannaturale”, innescando così la possibilità di un salto quantico da parte di tutte le scienze.
Nell’alveo di questo nuovo approccio s’inseriscono gli studi della medicina vibrazionale, la quale negli anni ha acquisito approcci multi-differenziati, basati tuttavia principalmente sullo stesso assioma: siamo esseri in equilibrio dinamico con un universo di energia e di luce che hanno varie forme e frequenze. Siamo composti da materia luminosa, un insieme di energia, frequenze e ritmo. Siamo esseri vibranti in un universo che vibra, dove l’energia necessaria alla Vita scaturisce dal pulsare ritmico del Sole che alimenta la Forza vitale che si manifesta come energia creatrice.
Secondo le nuove concezioni eterodosse della fisica (gli studi, per esempio, di Pier Luigi Ighina o gli studi di Giuliana Conforto) sia nel Sole che nella Terra esiste un centro pulsante, un cuore energetico collegato attraverso pulsazioni elettromagnetiche con tutti i pianeti del sistema solare.
«Tutte le forze esistenti in natura – scriveva Ighina – sono il riflesso diretto e indiretto di un’unica forza primordiale che è l’energia che scaturisce dal Sole. Tale irradiazione solare riflettendosi si equilibra con se stessa e condensandosi esplode e quindi s’irradia di nuovo e di nuovo si riflette e così si moltiplica. L’energia solare è una forza positiva che riflettendosi diventa negativa»[1].
La pulsazione che avviene fra il centro del Sole e quello della Terra secondo un ritmo solare rotativo ben preciso è rappresentata nell’immagine riprodotta all’inizio di questo articolo che è stata sviluppata dallo stesso Ighina, per il quale esiste un duplice movimento a spirale di energia magnetica ascendente e discendente che collega la stella al centro del sistema situato nel braccio di Orione della galassia Via Lattea e il pianeta su cui viviamo, l’unico avvolto da un’atmosfera – oggi in serio pericolo –che ha consentito lo sviluppo di forme di vita complesse come le piante, gli animali, i batteri e lo stesso essere umano.
Questo movimento viene definito da Ighina “Ritmo Magnetico” ed è esso, nella sua concezione, il promotore di ogni vitalità e manifestazione energetica esistente sul globo terrestre.
È impressionante notare come la rappresentazione del ritmo solare rotativo richiami la spirale del DNA: l’universo è modellato su figure semplici e la spirale è una figura universale che lega molteplici aspetti della materia vivente.
Già lo Yoga aveva teorizzato che, attraverso il respiro, il praticante può assorbire un’energia sottile, chiamataPrana,la quale arriva sulla Terra tramite i raggi cosmici. Il Pranaè stato teorizzato come un’energia guaritrice che raggiunge e porta onde benefiche al corpo umano attraverso la “porta” del midollo allungato.
Da queste considerazioni teoriche possiamo dedurre che se esiste, com’è ragionevole pensare, la pulsazione dell’energia che arriva dal Sole alla Terra e vi fa ritorno, la respirazione, per similitudine, potrebbe essere una pulsazione che compie lo stesso schema del ritmo magnetico. È una tesi, fondata tuttavia su molte certezze.
Nel dettaglio: la pulsazione della luce solare ha due movimenti dati dal ritmo rotativo della luce. Uno, con polo magnetico positivo, che dal Sole arriva alla Terra e uno, di riflesso con polo magnetico negativo, che dalla Terra giunge al Sole secondo un ritmo infinito.
La respirazione energetica, basata su quella fisiologica, potrebbe allora fare lo stesso percorso:
con l’ispirazione, si trae l’energia terrestre e la si invia verso il Sole (… ti porto la mia terra…);
con l’espirazione si manda l’energia positiva solare verso la terra (… donami la tua luce…).
Il processo fisiologico della respirazione è sì il segno visibile e corporeo della funzione vitale che caratterizza ogni organismo animale (scambio fra l’ossigeno e l’anidride carbonica) ma, da un punto di vista energetico, esso rappresenta uno scambio ben più complesso dato dalla presenza sottile della pulsazione magnetica assorbita attraverso il respiro.
In questa prospettiva la respirazione, vissuta ed effettuata intenzionalmente in una dimensione energetica, diviene l’espressione corporea di quel processo cosmico di pulsazione magnetica che sta alla base della vita dell’Universo.
Il respiro cosmico
Modellare il respiro sulla pulsazione cosmica significa uscire dal modello terrestre dove il pulsare è divenuto un ritmo scandito e controllato socialmente attraverso l’uso dell’orologio, regolatore implacabile di tutta la vita sociale.
Nell’attuale società contemporanea il respiro fatica a trovare la sua naturale funzione, in quanto viene considerato un mero meccanismo, alla stessa stregua di un banale mantice automatico; manca una vera consapevolezza dell’enorme valore che esso rappresenta per l’uomo, valore che va perfino oltre il suo aspetto fisiologico.
Il respiro cosmico segna invece il ritmo dettato dalle pulsazioni che emanano da ogni astro, Terra o Sole che sia, per non parlare degli altri pianeti. Il cuore di ogni stella è in sintonia con il cuore di tutte le altre.
In questa dimensione ritmico-energetica il cuore dell’uomo è in sintonia con il cuore cosmico, il suo respiro è il respiro dell’universo; in questa dimensione, l’uomo si libera da una concezione basata sull’accrescimento materiale per entrare in un flusso di crescita spirituale sincronico allo spirito evolutivo che incessantemente spira attraverso ogni cellula vivente e dentro ogni atomo.
Il respiro cosmico penetra e prolunga l’essere dell’uomo oltre la dimensione fisica e spinge ogni individuo da un lato verso il centro della Terra e dall’altro verso l’assoluto cosmico senza spazio ne tempo: nell’istante esistiamo e nell’istante siamo l’infinito. La mia luce è la luce dell’intero universo.
Innalzando il livello di proiezione del nostro io nel cosmo, ci connettiamo ad una dimensione interplanetaria che, allo stesso tempo, ci definisce nella nostra entità infinitesimale e cosmica.
«Le particelle materiali – scrive Giuliana Conforto – sono buchi neri microscopici, cioè raggi di luce raggomitolati su se stessi, che nascondono i canali di comunicazione con universi sconosciuti»[2].
È questa la quarta dimensione! La dimensione del mondo emozionale, l’abisso dei fantasmi e delle pulsioni emozionali che permette alla persone di proiettarsi “fuori di sé”, di uscire da paure ataviche che le tengono imbavagliate, da paure di negazione del proprio destino evolutivo a favore di schemi rigidi. Una complessità della vita ridotta, nel migliore dei casi, a un superficiale edonismo, favorito da una società costruita sul benessere economico misurato dalla produttività e non sulla felicità dei singoli ai quali, in realtà, è negato di assaporare l’amore, l’eros, la Vita, nel loro significato più profondo.
È dunque il respiro cosmico sintonizzato con il ritmo magnetico solare che può riportare in equilibrio il campo magnetico della persona, potenziando così la sua forza vitale per proiettarlo in una dimensione cosmica: luce con luce! Sarà una cascata di colori cosmici assorbiti con la respirazione corretta che ridonerà lucentezza all’opacità di una vita anonima. Siamo oltre la freccia del tempo: il respiro cosmico apre il cuore e la mente a una dimensione meditativa profonda, una meditazione cosmica.
La cura diviene allora aprire il cuore, attraverso il pulsare del respiro cosmico, alla dimensione dell’amore, la materia “oscura” dell’Universo capace di generare l’evoluzione creatrice che gli esseri umani abitano e vivono nell’istante della propria vita:l’amore, la passione e la fede diventano dunque elementi indispensabili al benessere psico-fisico e all’evoluzione spirituale, l’uno la faccia sincronica dell’altro.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Così recita la più antica stesura che si conosca del Canticodi Francesco, quella riportata nel Codice 338, f.f. 33r – 34r, sec. XIII, custodito nella Biblioteca del Sacro Convento di San Francesco ad Assisi.
Ancora una fondamentale similitudine per sintetizzare quanto sopra descritto: come l’energia che scaturisce dal Sole è la forza primordiale che crea la vita dell’intero cosmo, così l’energia cosmica che scaturisce dalla respirazione energetica è la forza primordiale che crea la vita dell’essere umano.
La differenza fondamentale con lo Yoga è questa: nel caso dello Yoga la respirazione serve ad assorbire il prana che scende dall’“alto” tramite i raggi cosmici; nel caso della respirazione cosmica, invece, essa viene ritmata secondo una pulsazione che lega il Sole alla Terra e viceversa: l’energia sottile viene assorbita dal corpo umano non solo attraverso i raggi cosmici o l’energia solare (Yoga), ma, con l’inspirazione, si riceve pure l’energia terrestre che viene poi restituita al sole.
In questa prospettiva l’uomo risale la scala dell’identificazione con Dio dal quale è stato creato a propria immagine e somiglianza. Siamo tutti frammenti di un Dio che ci ha donato la vita e che ci riprende a sé nell’alternare del suo respiro: nella sua espirazione crea noi, la vita, il cosmo intero…, quando inspira si riprende la vita per energizzarla e rinnovarla nelle forme e nella sostanza. Noi possiamo vivere nel respiro di Dio oltre la limitatezza dell’orizzonte terrestre.
È un processo fondamentale che, di riflesso, allontana l’individuo dalla dimensione egoica (Ego come distorsione e inflazione dell’Io, centro naturale della persona) perché lo proietta in una situazione spirituale dove il finito e l’infinito si abbracciano, superando così le aspettative terrene del singolo.
Una profondità emozionale che affonda le sue radici nello “stupore”, la più antica e la più semplice fra le emozioni della storia umana. Un’emozione sottile e penetrante allo stesso tempo, che ha inserito l’umanità in un processo emozionale fonte dello sviluppo di una progressiva consapevolezza.
Queste riflessioni si inseriscono a pieno titolo in quel filone multiculturale, aperto a tutti i nuovi paradigmi, suggerito dall’atmosfera filosofica di oggi e convergono verso quel risveglio di valori polivalenti da più parti invocato. Finalmente sembra che stia nascendo un movimento di consapevolezza a favore di un’immediata rinascita che dia piena autonomia e sviluppo a una cultura non più mercificata e asservita al potere mediatico, resa di fatto piatta, liquida e asettica negli ultimi decenni.
La cultura ha il grande compito di stimolare il pensiero nato sotto qualunque latitudine per il nobile fine evolutivo dello stesso genere umano. La sua morte non può che essere rappresentata da quel conformismo politico-commerciale che rende la voce della cultura monocorde, opaca e spenta: è cultura solo la manifestazione del pensiero che esprime una polifonia di voci che possono e devono essere dissonanti.
Nessuna voce, infatti, può essere più importante o veritiera di un’altra. Ogni voce è infatti espressione della multiforme varietà della mente e della psiche umana in tutte le sue componenti: è questo il fondamentale paradigma che fa dell’uomo l’essere più evoluto di questo ecumene.
[1]Cfr. Alberto Tavanti (a c. di), Pier Luigi Ighina profeta sconosciuto, Faenza, 2007.
[2]Giuliana Conforto, Luh, il gioco cosmico dell’uomo, Edizioni Noesis, 1998, p. 26.