LA PAROLA

Ossitocina

Lo chiamano l’ormone dell’amore. Si capisce, dato che ne è stata di recente scoperta la funzione “stimolatrice” del desiderio sessuale, dell’affettività e dell’empatia, del legame con il partner, oltre a essere di “aiuto” in molti altri campi della vita. L’ossitocina, dal greco oxýs (veloce) e tókos (parto) sarebbe, quindi, la spiegazione chimica dell’amore. Ed è proprio in questo senso che ne è stata rivalutata la funzione, fino a non molti anni fa “confinata”, come testimonia anche l’origine della parola, nell’ambito – tutto al femminile – della gravidanza, del travaglio, del parto. La sua unica e importantissima funzione si riteneva fosse quella di regolare organi e tessuti periferici durante questi momenti, appunto, e successivamente nell’allattamento. Tant’è che viene usata in ambito ostetrico proprio per favorire la nascita del bambino. Il che non ne spiegava, del resto, la presenza anche negli uomini.

Sono stati gli scienziati dell’Università Bar-Ilan di Tel Aviv a dimostrare, nel 2012, che l’ossitocina riduce lo stress, aumenta l’autostima, favorisce le relazioni sociali, aprendo la strada a un intero filone di ricerca. Gli autori dello studio hanno preso in esame il comportamento di 163 giovani coppie, 120 delle quali da poco insieme, a confronto con un gruppo di single. Al termine dell’esperimento è risultato che le persone in coppia, soprattutto in quelle più recenti, avevano livelli più alti di ossitocina rispetto ai single. Non solo, ma più elevata la percentuale di questo favoloso ormone, maggiore la sintonia e l’armonia fra gli innamorati, considerando anche che, durante il rapporto  sessuale, l’ossitocina sale, fino a quintuplicarsi al raggiungimento dell’orgasmo.

Insomma, il corpo umano è una macchina perfetta, non c’erano dubbi, ma sapere che al posto di Cupido c’è l’ipofisi e al posto delle frecce un ormone di tipo proteico, diciamolo, dà una potente spallata al romanticismo. Si riduce tutto a una “questione di chimica”, come si dice quando scatta la scintilla del desiderio e/o dell’amore, che a questo punto non è più solo un modo di dire. Ci sarebbe da capire se, “somministrando” ossitocina all’oggetto del desiderio, non si possa farlo cadere ai piedi dell’innamorato/innamorata, come con una specie di magica pozione dell’amore.

E invece no, perché, se gli scienziati hanno paragonato gli effetti dell’ossitocina a quelli prodotti da una modesta quantità di alcol, che aiuta a superare la timidezza e aumenta la propensione verso gli altri, è pur vero che una produzione eccessiva può scatenare reazioni aggressive e invidia sociale.

Come tutte le altre cose del mondo, est modus in rebus, letteralmente. Anche nella chimica dei comportamenti.