Perversione, ovvero «atteggiamento deviato che si realizza nell’ideazione e perseguimento di comportamenti distorti rispetto al senso comune. Questo termine, dunque, viene utilizzato per quei comportamenti che si oppongono all’ortodossia ed alla normalità», scrive Wikipedia.
Dal latino perversum (stravolto), questo termine viene utilizzato come sinonimo di devianza, mania, depravazione, anche se per la differenza del concetto di normalità nelle diverse culture, non sempre questa parola ha un significato assoluto, oltre ad evolversi nel significato con il cambiamento della società.
Utilizzato in passato soprattutto in ambito religioso per definire un modo di pensare opposto alla comune visione del mondo (che poi sarebbe l’eresia), attualmente il termine perversione viene riferito solitamente a comportamenti deviati in ambito sessuali.
A questo proposito, già negli anni Settanta, lo psichiatra statunitense Robert Stoller mise in dubbio le distinzioni tra normale e perverso in ambito sessuale, evidenziando come mancasse una linea di demarcazione netta nella definizione di comportamenti sessuali perversi, che non fosse la violazione dei diritti altrui.
Freud, viceversa, riteneva che la perversione non avesse necessariamente un’accezione negativa, in quanto la identificava con la tensione al puro godimento: per il fondatore della moderna psicanalisi, la perversione era la negazione della nevrosi, uno dei due possibili esiti a cui va incontro l’Io quando alla pulsione sessuale oppone la rimozione.