LA PAROLA

Stella

«Corpo celeste luminoso», si legge nei più diffusi dizionari italiani. Scorrendo il lemma però si trovano altre definizioni interessanti. Il Garzanti, ad esempio, ci dice che in astronomia la stella è «un corpo celeste globulare rotante su se stesso, formato da materia allo stato di plasma in cui si susseguono reazioni termonucleari». È caratterizzato, si continua a leggere, «…dall’emissione di luce e di altre radiazioni che variano a seconda del loro stato di evoluzione».  

E sempre il dizionario ci ricorda che il termine stella è anche usato in molte frasi comuni che hanno un senso metaforico: quando si “vedono le stelle”, si prova un forte dolore, così come se si vuole descrivere una condizione peggiorativa si dice che si è passati dalle “stelle alle stalle”. Chi “dorme sotto le stelle”, si corica all’aperto e chi ha “occhi come stelle” ha uno sguardo particolarmente bello e luminoso. Una stella del cinema o della televisione è una persona famosa, spesso modello di bellezza e glamour per gli altri. “Sei la mia stella”, si dice a qualcuno che per noi rappresenta una luce in mezzo al buio, un elemento di gioia o, talvolta, un obiettivo da raggiungere. 

Sarà per questi molteplici significati, spesso legati a sensazioni e sentimenti difficili da descrivere senza ricorrere alla metafora, o per il fatto che stella fa rima con bella e con altre parole care a chi parla di amore, che il termine è da sempre molto utilizzato anche da poeti e cantanti. È su una stella che trova rifugio la Marinella di De Andrè dopo la caduta in acqua e l’annegamento e sempre ad una stella parla Umberto Tozzi nel suo testo, di non facile comprensione, Stella stai. Di una stella, anche se di mare, parla Lucio Dalla, mentre è “senza cielo” e per questo spaesata e fuori luogo, quella di cui canta Luciano Ligabue. E a una “stella stellina”, che indica l’arrivo della notte e quindi del riposo, si appella la ninna nanna per bambini, quando esausti genitori, nonni e balie cercano di farli rilassare per facilitarne il riposo. 

Le stelle, dunque, fanno da sempre parte del nostro linguaggio, del nostro immaginario, dei nostri ricordi. Sono simboli che indicano il livello di bellezza o di gradimento – le stelle degli alberghi o delle recensioni online -, che certificano vittorie o successi – la stella è spesso un gagliardetto sulle maglie degli sportivi o un grado sulle divise dei militari -, che ricordano anche momenti tragici della storia, come quelle usate dai nazisti per classificare i loro “nemici”. Sulla bandiera sono stelle gli stati confederati degli Stati Uniti d’America e nella simbologia politica è rossa la stella del comunismo. 

Ma quanto davvero sappiamo delle stelle che punteggiano il cielo sopra di noi? 

Forse questi giorni di un agosto caldo e complicato possono essere un’occasione per volgere lo sguardo e il naso al cielo e recuperare un minimo contatto con gli astri. Approfittando del passaggio delle Perseidi, le stelle cadenti che nella notte di san Lorenzo, sono così vicine alla terra da essere visibili ad occhio nudo. 

Basteranno pochi minuti per prendere le distanze dalla frenesia della vita di tutti i giorni e rimanere incantati dal loro mistero e dal loro fascino. Per ricordarci ogni tanto anche noi di uscire, citando Dante e la sua Divina Commedia, «a rimirar le stelle» e ritrovare un po’ di incanto. 

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