LA PAROLA

Sciamannato

Il lessico italiano è fatto di 47.000 parole e con 6.500 di queste noi copriamo il 98% dei nostri discorsi. Molte parole si sono perse per strada, sono cioè diventate desuete se non addirittura strane. Dice il linguista Massimo Arcangeli «Ahimé, non c’è dubbio che nel nostro lessico l’italiano si stia erodendo a vantaggio dell’inglese. La produttività lessicale dell’italiano è ormai ridotta ai minimi termini: non produciamo che parole effimere, occasionali, che non rispondono a serie complesse Se pensiamo all’influenza nella nostra cultura dell’alta tecnologia, o delle scienze dure, è inevitabile che il mondo anglosassone produca molte parole». La nostra lingua resta forte solo nei settori più storici, dove un tempo eravamo una grande potenza: letteratura, lirica, arte, cucina.

Ma non disperiamo, esiste un manipolo di eroi che attorno alle parole desuete ha costruito la sua missione: è l’URPS, ovvero Ufficio Resurrezione Parole Smarrite che si autodefiniscono «ente preposto al recupero di parole smarrite benché utilissime alla vita sulla terra»

Ma bando alle ciance, vediamo di dare una mano a questa operazione iniziando a riproporre una serie di queste parole perdute. In questo primo articolo abbiamo scelto Sciamannato.

Aggettivo dall’etimo incerto significante disordinato, sciatto negli abiti, nella persona e nel portamento. Una delle definizioni sostiene che Sciamannato deriverebbe da sciamanno, cencio o velo di colore giallo che gli ebrei furono costretti a portare sul cappello o cucito sul vestito a partire dalla metà del sedicesimo secolo, in seguito alle bolle papali di Pio IV – obbligo che durerà fino all’Ottocento. Ecco la testimonianza del poeta Giuseppe Gioacchino Belli nel sonetto Una smilordaria incistosa: «Si una porta l’Ebbrei for de li ghetti / portaveno ar cappello lo ssciamanno, / nun era gusto loro, poveretti: / Era per fforza der vigor d’un banno / Ma cchi ll’obbliga mò sti pasticcetti / de cristiani d’annà ccome che vanno / co ste ssciamannerie de fazzoletti / for a de le saccocce spenzolano?».

In conclusione, dalla voce giudaico-romanesca sarebbe poi filtrato sciamannato nel senso di «disordinato nel vestire e nell’agire», prima nella lingua di Roma, poi nell’italiano.

Vittime degli inglesismi ci stiamo giocando l’onomatopea… in inglese sciamannato viene tradotto frumpish… ma vuoi mettere?!