LA PAROLA

Secessione

«Separazione, distacco di una parte o di un gruppo dall’unità sociale, politica, militare di cui faceva parte, in seguito a grave disaccordo con la parte restante e come forma di aperta protesta e ribellione». Così il vocabolario Treccani definisce la parola secessione, dal sostantivo latino secessio-onis, derivato dal verbo secedĕre, che significa allontanarsi, separarsi.

Questo termine è di stringente attualità, visto quanto sta accedendo in Catalogna, ma anche per i referendum della Lombardia e del Veneto, nonché l’insistenza con cui risuona nelle arringhe di alcuni politici italiani – e non solo – secessionisti convinti.

La storia è piena di secessioni: nella Roma antica è riportata in tutti i libri di storia quella dalla plebe sul Monte Sacro, il primo “Aventino” della storia, nel 494 a.C., concluso con il celebre apologo di Menenio Agrippa.

In tempi molto più recenti, e certamente non meno celebre, è la Guerra di secessione americana, combattuta dal 1861 al 1865 tra gli Stati Uniti d’America (che raccoglievano gli Stati del nord) e gli Stati confederati d’America (quelli del sud). I secondi non avevano gradito l’abolizione della schiavitù sostenuta, nel 1860, dai repubblicani guidati da Abraham Lincoln che l’anno dopo venne eletto presidente degli Stati Uniti.

Si sa come è andata a finire, in entrambi i casi: la secessio plebis durò per oltre un secolo e a nulla valse che il popolo (le membra nell’apologo di Agrippa) si  ritirasse in massa, abbandonando al città e i patrizi (lo stomaco), chiudendo botteghe e attività manuali di ogni genere.

In America, i sudisti furono battuti dagli Stati del nord e furono condotti a più miti consigli con una durissima guerra civile che lasciò sul terreno migliaia di morti.

In tempi ancora più recenti, nel 1924 in Italia, la secessione sull’Aventino di un nutrito gruppo di deputati che abbandonarono i lavori dell’Aula dopo il rapimento di Giacomo Matteotti, poi terminato con l’assassinio del parlamentare socialista, portò purtroppo al nulla di fatto, alla decadenza dei 123 aventiniani deliberata il 9 novembre 1926 e al vero e proprio inizio della dittatura fascista.

Fortunatamente secessione si usa anche per definire alcuni movimenti artistici. «Distacco di alcuni componenti dalla corrente letteraria, artistica o critica di cui facevano parte per divergenze di orientamento», scrive il vocabolario Treccani citando il più famoso in Europa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: la Secessione viennese, il gruppo di avanguardia artistica fondato nel 1897, i cui massimi esponenti furono il pittore G. Klimt e gli architetti J. M. Olbrich e J. Hoffmann, che si rifece alle esperienze internazionali dell’art nouveau accentuandone l’aspetto decadente, spesso con implicazioni simboliste e con accostamenti di colore che evocano l’arte bizantina.

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