LA DATA

12 dicembre 2015

Per la prima volta nella storia in Arabia Saudita le donne hanno il diritto al voto, potendo partecipare alle elezioni sia come elettrici che candidate, aggiudicandosi così il non certo lusinghiero primato di essere stato l’ultimo Stato a riconoscere questo diritto (in Europa il primo stato a riconoscere il suffragio universale fu il Granducato di Finlandia, dove si ebbero le prime donne elette in parlamento nel 1907).

Il voto alle donne in Arabia Saudita è stato reso possibile in virtù di un decreto reale del 2011 emanato dal re saudita  Abdullah bin Abdelaziz in punto di morte – dopo anni di discussioni e promesse in uno stato governato da una monarchia assoluta di stampo islamico tra i  più arretrati al mondo per quanto riguarda i diritti delle donne – che aveva introdotto nella legislazione elettorale, il suffragio universale e aveva anche voluto 30 donne nel consiglio della Shura. Un suffragio universale avvenuto, in occasione delle elezioni del 12 dicembre 2015, però con molte difficoltà e discriminazioni per le donne, dato che per votare  bisognava registrarsi presentando un documento di identità, e molte ancora non lo avevano, specialmente fuori dalle città più grandi. E anche se il permesso di mariti e padri non serve, le saudite debbono farsi accompagnare alle urne da un uomo della famiglia.

Alle prime elezioni le iscritte erano 136.000: circa il 10% degli elettori. Le candidate invece solo  900 su 7.000 aspiranti sindaci e consiglieri.  La commissione elettorale, in linea con la rigorosa applicazione della “sharia”, la legge islamica nel Paese, ha decretato la netta  separazione  dei sessi durante la campagna elettorale e ha impedito che i candidati utilizzassero fotografie per la propaganda o pronunciassero discorsi di fronte ad un pubblico del sesso opposto.

Tags