IL NUMERO

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In 12 minuti di video, la cantante irlandese Sinead O’Connor ha raccontato al mondo cosa vuol dire avere una malattia mentale come il disturbo bipolare, e in quale misura sia uno stigma terribile, che impedisce di essere accettati e condanna alla solitudine.

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità, le varie forme di depressione sono la prima causa di disabilità al mondo, colpiscono oltre 300 milioni di persone e sono in crescita del 20%; colpiscono le donne più degli uomini.

Ci informa il Ministero della salute che «il disturbo bipolare o maniaco-depressivo (in precedenza noto come sindrome maniaco-depressiva) è caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, cioè dal passaggio da episodi di estrema e irrazionale euforia ed eccitazione (episodi maniacali o ipomaniacali), ad altri di grave depressione (episodi depressivi). Si parla di disturbo bipolare solo se, nella storia del paziente, è rintracciabile almeno un episodio “maniacale” o “ipomaniacale”, alternato ad episodi di depressione; questi sintomi di alterazione dell’umore causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento personale e sociale».

Uno degli aspetti peggiori del disturbo bipolare è che molte persone passano anni senza una diagnosi corretta o senza alcuna diagnosi, perciò non vengono curate in alcun modo; nel frattempo, oltre ad aggravarsi la loro condizione mentale, la loro vita e quella delle persone che stanno loro accanto diventa un disastro. Quando ci si trova di fronte a una patologia ma non se ne ha cognizione si innescano meccanismi relazionali che fanno moltissimi danni, perché mancano gli strumenti di base per comprendere e agire di conseguenza. Per questa ragione alcuni anni fa un nutrito gruppo di specialisti europei ha pubblicato una guida dal titolo La vita a due velocità, che fornisce anche alcuni strumenti pratici per affrontare la situazione.

In agosto, quando Sinead O’Connor ha girato il video, viveva sola in un motel del New Jersey con la sua disperazione, vedendo solo il suo psichiatra; la versione integrale del video in cui lo racconta è qui. «Sto facendo questo video perché ci sono milioni di persone come me. Dobbiamo prenderci cura di noi. E non voglio morire, non morirò, anche se non è possibile che le persone vivano così». Ecco, non è possibile che le persone vivano così. Ma davvero impressionanti sono i commenti al video, ovunque sia postato, così come i commenti agli articoli in cui se ne parla, a dimostrazione di quanto basso sia il livello di conoscenza sulle malattie mentali e di come sia facile sparare a zero e usare come unico metro il giudizio, laddove l’invidia non può esser più praticata.