LA DATA

30 novembre 1786

Il primo Stato al mondo ad abolire la pena di morte e la tortura è stato il Granducato di Toscana nel lontano 30 novembre 1786, quando venne promulgato il nuovo Codice penale toscano firmato dal granduca Pietro Leopoldo di Asburgo-Lorena. In questo modo il piccolo granducato si poneva all’avanguardia di un movimento che nel volgere di alcune decine di anni avrebbe coinvolto numerosi Stati italiani ed europei.

Data simbolica, che richiama un fatto allora rivoluzionario, che viene ricordato con la celebrazione ogni anno, a partire dal 2000, della Festa della Toscana. Una festa che richiama alla memoria la stagione delle grandi riforme che videro protagonista, tra il 1765 e il 1790 nei venticinque anni che regnò, il granduca toscano, figura di spicco del “secolo dei lumi” influenzato anche dalle idee di grandi pensatori come Cesare Beccaria.

Interessante ricordare, a testimonianza della grande apertura che dovette avere all’epoca questo importante provvedimento, che lo Stato Italiano decretò per la prima volta l’abolizione della pena di morte soltanto nel 1889, con l’entrata in vigore del codice penale unificato Zanardelli. Fu però reintrodotta in epoca fascista, per essere poi definitivamente abolita con l’entrata in vigore della Costituzione Repubblicana del 27 dicembre 1947 e, nel 1994, anche dal codice penale militare di guerra.

Negli ultimi decenni, la maggior parte dei paesi del mondo – soprattutto in Europa, ma anche in America Latina e sempre più in Africa – hanno deciso di abolire o quantomeno a non eseguire le condanne a morte. Nel 1970, erano ancora 143 in paesi nel mondo che adottavano la pena di morte, numero che fortunatamente è ulteriormente sceso ma che vede ancora oggi 56 paesi che praticano la pena capitale.

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