Debuttò in radio ai tempi della contestazione giovanile, il 4 gennaio 1968, figlia di una brillante idea dell’indimenticabile Corrado. Cinquant’anni dopo ha fatto incetta di share in Tv, presentata nel 2018 dall’inappuntabile (e, forse proprio per questo, per alcuni insopportabile) Carlo Conti. Il format è quello storico, immutabile nel tempo: sul palco dilettanti allo sbaraglio, il cui tempo delle esibizioni è scandito da un immancabile semaforo rosso seguito da un verde che scatena il pubblico-giudice, che applaude oppure esprime il suo disappunto con fischietti pentole e campanacci.
La Corrida, dunque: inventata da Corrado e dal fratello Riccardo Mantoni, fu una delle trasmissioni radiofoniche di punta dal 1968 al 1977. L’approdo sul grande schermo è del 1986. La trasmissione è stata condotta da Corrado dal 1968 al 1997, mentre dal 2002 al 2009 la conduzione è stata affidata a Gerry Scotti; nel 2011 a Flavio Insinna, nel 2018 a Carlo Conti.
Precursore se mai ce n’è stato uno dei moderni talent show, La corrida, sottotitolo dilettanti allo sbaraglio proprio per non creare equivoci, è del tutto assimilabile a una classica festa paesana. Dieci concorrenti si esibiscono tra canzoni, balli, poesie e spettacoli fantasiosi. Insindacabile giudice della performance è il pubblico in studio. Gli applausi sono il segno del successo, seguiti dal suono delle campane. Quando, al contrario, un concorrente è giudicato negativamente in modo “pesante” si odono dalla regia suoni di cani abbaianti, oche che starnazzano, sirene di ambulanza e ragli di asino.
Al contrario di altri programmi radiofonici di successo, la versione televisiva de La Corrida ha mantenuto inalterato il suo successo ricevendo sempre alti ascolti, grazie sia alle esibizioni dei suoi concorrenti che alla capacità ironica e autoironica del suo storico conduttore, Corrado, considerato nell’ambiente mediatico fra i “grandi” del palcoscenico televisivo italiano.
Oggi come cinquant’anni fa, anche i concorrenti hanno le stesse tipologie: cantanti, suonatori di strumenti strani, ballerini, barzellettieri, imitatori, rumoristi, maghi, mimi, poeti, acrobati, giocolieri, circensi, trasformisti…
Non fa male a nessuno La Corrida, ma quei giudici popolari, o populisti?, un pochino sovranisti (sigh), mettono comunque un po’ di tristezza e di inquietudine…