LA DATA

5 settembre 1960

Cassius Clay aveva 18 anni, quando sbarcò a Roma. Nato a Louisville, nel Kentucky, il 17 gennaio 1942 entrò in palestra a 12 anni con la ferma intenzione di stendere chi gli aveva rubato la sua bicicletta bianca e rossa, regalo di Natale.In qualche maniera mantenne la promessa quel 5 settembre 1960 nella finale dei mediomassimi dei Giochi di Roma. A bordo ring c’era Bing Crosby e davanti il polacco ventiseienne Zbigniew Pietrzykowski. Dopo un primo round chiuso all’angolo a prendersi un giro di cazzotti, probabilmente ripensò alla bici rubata e chiuse il match con un verdetto unanime di 5-0.

Roma anni Sessanta, bellissima e indolente, mischiò razze ma come disse Ralph Boston, vincitore del salto in lungo: «Nel mondo sono un cittadino, ma non nel Mississipi, dove vivo e bevo alle fontane per negri».

Cassius esibisce l’oro dovunque. Al ritorno a Louisville legge ad alta voce una poesia intitolata «Come Cassius conquistò Roma». Il suo maledetto ego è soddisfatto, ma quello che era stato definito dalla stampa come “ambasciatore ufficioso dello zio Sam” una volta tornato negli States si vide negare l’accesso in un locale a causa del colore della pelle. E la medaglia d’oro vinta a Roma finì nelle acque dell’Ohio. «Se non mi servi nemmeno ad entrare in un bar, sei inutile»… ma queste sono leggende metropolitane, più facilmente la perse.

L’ oro olimpico di Roma 1960 fu il trampolino di lancio per Muhammad Alì. Cassius Clay, passato nel 1961 al professionismo, ha detenuto il titolo mondiale dei pesi massimi dal 1964 (anno in cui si convertì all’Islam prendendo il nome di Muhammad Alì) al 1967, anno in cui fu detronizzato e imprigionato per il suo rifiuto a combattere nella guerra del Vietnam, e dal 1974 al 1978.

«Impossibile è soltanto un parolone pronunciato da gente misera che trova più facile vivere nel mondo che gli è stato dato piuttosto che esplorare le possibilità che hanno per cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto. Impossibile è un’opinione. Impossibile non è una dichiarazione. È una sfida. Impossibile è un’eventualità. Impossibile è temporaneo. Impossibile è nulla». 

Muhammad Alì