LA DATA

7 ottobre 2006

Attivista per i diritti umani in Russia, e prima ancora apprezzatissima giornalista, Anna Politkovskaja venne uccisa con quattro colpi di pistola, nell’ascensore del condominio dove abitava, a Mosca, il 7 ottobre 2006. Proprio il giorno del compleanno di Vladimir Putin. Attorno all’eventuale ruolo del primo ministro russo in questo omicidio, il mistero non è mai stato svelato.

L’esecuzione della Politkovskaja – la polizia rinvenne una pistola Makarov PM e quattro bossoli accanto al cadavere;  uno dei proiettili colpì la giornalista alla testa – ebbe un enorme risalto internazionale. Il suo libro più celebre, La Russia di Putin, pubblicato in Italia nel 2009, è un’ampia inchiesta sul governo, sui problemi sociali ed economici della Russia e sulla gestione del dissenso da parte dei servizi segreti con l’appoggio del governo.

La prima pista seguita fu quella dell’omicidio premeditato e operato da un killer a contratto. Il mandante e l’esecutore restano, di fatto, ancora oggi sconosciuti: in tanti, più o meno velatamente, hanno chiamato in causa lo stesso Putin.

In seguito, l’8 ottobre, la polizia russa sequestrò il computer di Politkovskaja e tutto il materiale dell’inchiesta che la giornalista stava compiendo. Il 9 ottobre, l’editore della Novaja Gazeta affermò che Politkovskaja stava per pubblicare, proprio il giorno in cui fu uccisa, un lungo articolo sulle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene legate al primo ministro Ramsan Kadyrov.

I funerali si svolsero il 10 ottobre presso il cimitero Troekurovskij di Mosca. Più di mille persone parteciparono alla cerimonia funebre. La sua lapide rappresenta un giornale crivellato dai proiettili, segno del suo grande impegno per la scoperta della verità.