LA DATA

7 settembre

A Firenze, il 7 di settembre si festeggia la festa della Rificolona. Oggi, centinaia di bambini si riversano per le strade con le loro coloratissime lanterne di carta, ma le sue origini risalgono a prima dell’Ottocento, quando i contadini scendevano in città per festeggiare la natività della Madonna nella Basilica fiorentina di Santissima Annunziata e vendere i loro prodotti agricoli sotto il loggiato.

Per assicurarsi una postazione vantaggiosa alla fiera, partivano dalle loro abitazioni in piena notte, utilizzando delle lanterne appese in cima a dei bastoni, per rischiarare il cammino le famiglie contadine animavano una fiera dove si vendevano le cose fatte in casa, i filati e i panni tessuti a mano, i funghi seccati sull’aia, il pane cotto nel forno a legna e gli altri prodotti dei boschi e dei poderi. Vestivano in modo giudicato rozzo dai giovanotti di città che perciò ne facevano oggetto di canzonature. Le più colpite erano le donne, soprattutto quelle in carne e con i fianchi molto larghi. Venivano chiamate fierocolone o fieroculone, a seconda che si volessero rimarcare le origini contadine o si preferisse fare riferimento al grosso deretano. Comunque fosse, si trattava di un modo tutto fiorentino di criticare la scarsa eleganza e magari la relativa cura dell’igiene personale.

Da qui uno dei tipici modi di dire fiorentino “tu sembri una rificolona”. Ecco come la spiega un vecchio fiorentino: «La rificolona io la ’ntendo ’n una maniera diversa…la rificolona tu la dai più… no pe una sciatta, pe una che…, che la veste così: senza gusto, senza accozzamento di colori, senza… capito icché voglio dire? Tu mi pari una rifricolona, cioè a dire tu…, te tu se’ vestita, come se’ vestita? Perché magari lei è pulitissima, ha una biancheria tutta… magari che la profuma… Ma tu pari una rificolona, perché le rifricolone come son fatte? Son fatte di di di… spicchi, di colori vari con magari ciondoli da una parte, ciondoli da quell’altra… // Si abbellisce. Però un è un detto giusto, perché quande ci si mette parecchia roba si dice: Questo vestito par una…, e’ pare una rifricolona! Che l’ha visto lei Gallina vecchia fa bon brodo? Ecco, i’ vestito tutto ’nfioccato… // Tu sembri una rifricolona! A Firenze – sì – si dice così. Come tu ti se’ vestita? Tu sembri una rifricolona!».

In questa città non si perde mai l’occasione di scherzare sui difetti altrui, come diceva Monicelli: «Un fiorentino piuttosto che perdere una battuta perde un amico».

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