LA PAROLA

Acronimo

L’ultimo acronimo all’orizzonte – più che un acronimo, una minaccia – si chiama Quitaly, che significa più o meno: l’Italia saluta e se ne va dall’Europa (to quit = lasciare). L’elegante anglismo fa il paio con il ben più famoso Br-exit: il Regno Unito che esce dall’Europa. Anche se oggi, visti i mal di testa di Theresa May e i terrori della confusa Albione, milioni di sudditi di sua maestà pagherebbero una cifra per tornare indietro, sperimentando l’inedito acronimo Br-enter (Inghilterra che entra, pardon, rientra, dalla porta o dalla finestra dell’Europa).

Insomma, questo in fondo è il gioco del nostro tempo: come ridurre problemi complessi e spesso drammatici a una griglia di parole crociate, un intreccio di sillabe, uno sberleffo semantico. E questo è il significato letterale dell’acronimo, o inizialismo: una definizione formata unendo le lettere o le sillabe iniziali di più parole.

Si è sempre usato l’inizialismo, e spesso senza rendercene conto. Per esempio radar: Chi sospetterebbe che questa parola di uso comune sia la crasi di tre termini? RAdio Detecting And Ranging.

Dagli anni Novanta, l’acronimo ha però cambiato carattere: non più una scorciatoia puramente grammaticale, ma sempre di più un gioco in cui la lingua si intreccia con la politica, e questa con l’ironia, il sarcasmo, a volte il doppio senso. Oggi il gioco va di moda – dice – nei più esclusivi circoli economici mondiali e al varo di nuove definizioni si dedicano cervelloni internazionali, funzionari governativi e portaborse di grandi multinazionali.

Prendiamo la nafta, un combustibile comune, che nel 1993 si è trasformato nel Nafta: accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Messico e Canada. Per anni ci si è interrogati sul significato politico e sui dividendi economici di questa intesa. Oggi non sembrano esserci dubbi. Con il Nafta, ha commentato poche settimane fa un ufficiale governativo canadese, il «Messico è appeso per i piedi fuori della finestra di un grattacielo». Carino.

« È l’economia, stupido!», come ammoniva ai suoi tempi il presidente Bill Clinton. Così, per descrivere il quadro economico del nuovo secolo, la fabbrica degli acronimi creò l’allegra compagnia dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Questi grandi Paesi sarebbero diventati i mattoni (briks) su cui costruire il nuovo mondo, grazie a una miscela irresistibile: economia in sviluppo, popolazione numerosa, vasto territorio, abbondanti risorse naturali.

Si è visto, dieci anni dopo, il risultato. Nella Russia che si regge su gas e petrolio, le infrastrutture restano a livelli medievali e la durata media della vita non raggiunge i 55 anni. Il Brasile si dibatte in una crisi politica ed economica senza uscita, con un ex presidente in carcere e le oligarchie di nuovo al potere, senza sapere che farsene. Il Sudafrica è sconfitto dalla corruzione, l’India non pervenuta, e solo la Cina in fuga solitaria.

Sul versante opposto, i Pigs (porci) restano più o meno gli stessi di sempre. Portogallo, Italia, Grecia, Spagna, da sempre fanalini di coda del convoglio europeo. Oggi Portogallo e Spagna cercano timidamente di uscire dal recinto, ma in compenso l’Italia se ne sta orgogliosa al centro del porcile. Maiali è troppo offensivo? Niente paura: dal 2010 la perfida stampa anglosassone ha sostituito l’acronimo con il suo più garbato anagramma Gipsi. Che poi tanto gentile non è, dal momento che gipsy significa Rom (zingari, zingheri, nella neo-lingua del ministro Salvini).

Fuori dal campo degli acronimi, ma ben dentro il campo della psiche politica, ecco il Cigno Nero, la dotta metafora usata dal ministro Savona per descrivere la possibile, forse auspicabile, uscita dell’Italia dall’euro. Ora, la teoria del cigno nero (elaborata dal filosofo Nassim Nicholas Taleb) descrive un evento imprevisto di forte impatto, capace di sorprendere gli osservatori. Una volta accaduto, l’evento viene razionalizzato a posteriori. Fuor di metafora: l’Italia può uscire dall’euro, e dopo – ma solo dopo – gli italiani se ne faranno una ragione. Troppo tardi: ormai la bestiaccia avrà già disteso le sue funebri ali sul nostro Paese.

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