LA PAROLA

Bastard

Bastard, bastardo. Parola inglese dal significato inequivocabilmente offensivo, spesso rafforzato dal pronome personale you e da altri aggettivi come damned, bloody, fuck, dannato, maledetto, fottuto bastardo. Insomma, un complimento!

Ma in Australia, o meglio nell’inglese parlato da quelle parti, in effetti, questo aggettivo è tutto fuorché un’offesa. Usato prevalentemente tra maschi, è quanto di più vicino all’affettuoso ci si possa immaginare. È considerato un aggettivo nazionale, tanto che gli stessi “aussie”, come si definiscono gli Australiani, lo usano per scambiarsi convenevoli tra maschi (non si usa, invece, per le donne perché in quel caso il riferimento sarebbe alla “nascita illegittima”), in decine di espressioni e altrettante categorie di bastardo.

Alla parola è stato dedicato una specie di monologo dal titolo Bastard: Australian national adjective, in cui l’autore, John Clements, spiega le infinite variabili, nell’uso della parola, che a suo parere ogni turista dovrebbe conoscere per non farsi un’idea sbagliata e magari offendersi inutilmente. E giù ad elencare frasi del tipo «what are you drinking, bloody bastard?» (cosa stai bevendo, maledetto bastardo), «Come on silly bastard!» (andiamo, stupido bastardo), «how you goin’ you old bastard?» (come va, vecchio bastardo?), «bloody funny folks, these bastards» (gente maledettamente divertente, questi bastardi) e così via.

Insomma gli aussies lo considerano un vero e proprio vezzeggiativo, utilizzato per scambiarsi convenevoli tra vecchi amici.

Cercando nella rete, si trovano diversi aneddoti sull’uso di questo aggettivo, risalenti anche a molti anni fa. Il più curioso è raccontato su wiktionary.org e si riferisce allo sport del cricket: pare che durante una serie di partite tra il 1932 e il 1933 il capitano dell’Inghilterra si lamentò con quello Australiano, Bill Woodfull, perchè uno dei suoi giocatori aveva definito un avversario della squadra britannica «un bastardo». Si narra che Woodfull si sia rivolto ai suoi, chiedendo «Which one of you bastards called this bastard’s bowler a bastard?» (chi è quel bastardo che ha definito bastardo questo bastardo?).

Certo c’è anche il significato offensivo di bastard ed è l’espressione «stupid bastard», considerata un vero e proprio insulto anche se detto tra amici.

Per spiegare l’uso così disinvolto di una parola che in qualsiasi altra parte del mondo – e comunque venga tradotta – è una grave offesa, bisogna considerare che l’inglese parlato in Australia è probabilmente il più strano del mondo. È, infatti, il risultato di una lingua nata dallo slang di strada usato da galeotti e criminali, che si è “evoluta” in circa 200 anni di isolamento, confrontandosi unicamente con le lingue aborigene. Non solo, quindi, si è allontanato dalla madrelingua modificando accenti, pronuncia, introducendo abbreviazioni e parole nuove, ma fa un uso quasi normale delle parolacce come bastard.

Fuori dall’Australia, quest’aggettivo è il titolo di un fumetto, Bastard, l’oscuro dio distruttore, un manga del giapponese Kazushi Hagiwara. In campo musicale ci sono numerosi gruppi, per lo più heavy metal, trash e di musica rap che hanno intitolato Bastard un loro album. In Italia Bastardo è un LP di Donatella Rettore ed un singolo di Anna Tatangelo.

Bastardo è una frazione di Giano nell’Umbria, un comune di circa 4.000 abitanti in provincia di Perugia, e un formaggio veneto, il “bastardo del Grappa”.

Nel corso della storia europea, sono molti i personaggi cui è stato attribuito il poco nobile aggettivo bastardo, in riferimento alla non chiara origine familiare: Ebalus il Bastardo, vissuto intorno alla fine dell’Ottocento, conte di Poitier e duca di Aquitania; il militare francese Jean de Dunois era soprannominato il bastardo di Orléans, mentre Guglielmo il conquistatore, re d’Inghilterra, era Guglielmo il bastardo.

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