LA PAROLA

Brontolio

Parola onomatopeica che indica un borbottio prolungato, sommesso, ma costante. Spesso associata al rumore sordo dei tuoni in lontananza, deriva dal verbo brontolare, che a sua volta nasce dal greco βροντάω (brontào), tuonare, appunto. La parola viene anche usata per indicare il tipico rumore che sale dallo stomaco per la fame, come sinonimo del meno comune borborigmo.

Definito anche come una voce insistente e tediosa, il brontolio è tipico delle persone burbere, che non sono mai contente, che hanno qualcosa da ridire che criticano tutto, ma che non lo fanno in maniera aperta e pronta alla discussione, quanto borbottando i propri pensieri tra sé e rendendo impossibile qualunque tipo di confronto con l’interlocutore. Il brontolone finisce per non esser ascoltato perché il suo brontolio è un modo di esistere più che di esprimersi, cui ci si abita senza fare caso al significato.

Celebri passaggi della letteratura hanno immortalato personaggi indimenticabili e brontoloni, come don Abbondio, che il Manzoni descrive attraverso Perpetua, la «serva affezionata e fedele, che sapeva ubbidire e comandare, secondo l’occasione, tollerar a tempo il brontolio e le fantasticaggini del padrone»; il Mastro Ciliegia di Pinocchio, il quale, scrive Collodi, «appena ebbe visto quel pezzo di legno, si rallegrò tutto e dandosi una fregatina di mani per la contentezza, borbottò a mezza voce: questo legno è capitato a tempo. Voglio servirmene per fare una gamba di tavolino». Il temporale del Carducci, sale brontolando verso l’Appennino, parafrasando la poesia Nostalgia; «basta innamorarsi follemente e sentire il brontolio del proprio intestino, perché l’unità di corpo e anima, questa lirica illusione dell’età della scienza, svanisca di colpo», scrive Milan Kundera.

Il brontolio del tuono è la ’ntrunàta in napoletano, mentre in Liguria, anzi per la precisione a Genova, è il mugugno con il significato di borbottare. Anche in questo caso, è voce onomatopeica che deriva dal linguaggio dei marinai.

Un sinonimo di brontolio è bofonchio, che deriva da bofonchiare, verbo altrettanto espressivo e gagliardo, nato secondo alcuni dal latino bufunculus, un tipo di calabrone che volando emette suoni discontinui e sordi simili ai borbottii.

«Son broda i versi tuoi, bofonchia Ciacco | E nel vin tuffa il grifo impertinente. | Ma se tu ancor ne brontoli, o vigliacco, | Ben deve la mia broda esser bollente», scriveva Mario Rapisarda, il Vate Etneo, in una delle sue celebri Frecciate, tra quelle rivolte al “nemico” Carducci.

Tags