LA PAROLA

Brut

Spumante o champagne molto secco: questa, senza dubbio, la prima definizione che viene in mente per la parola brut. Presa in prestito dal francese, ormai è diventata di uso comune anche in italiano. Tutti gli amanti delle “bollicine”, anche i meno esperti di enologia, hanno sicuramente sentito parlare di brut in questa accezione. Che sia champagne o spumante, poco importa, ma certo è che la caratteristica comune è quella di indicare la mancanza di dolcezza, ossia la scarsissima quantità di zucchero. Gli esperti dicono che è brut se contiene meno di 15 g/l di zucchero. Ma il vocabolo non si ferma al bicchiere. In Francia brut significa “grezzo”, “greggio” o “lordo”, oggetto su cui non sono state fatte alterazioni. Del resto, la parola deriva dal latino brutus: bruto, non raffinato. I francesi chiamano il prodotto interno lordo, produit interieur brut.

Proprio nel senso di grezzo, la parola brut anticipa oggi un progetto ambizioso di nuovo museo di arte contemporanea sostenuto dal Centre Pompidou di Parigi. La sede è a Bruxelles in una vecchia, ormai in disuso, officina Citroen, situata lungo il canale della città capitale europea. Kanal-Centre Pompidou sarà infatti il nome di questo spazio espositivo i cui lavori cominceranno nell’autunno 2019, dopo molte discussioni tra gli amministratori pubblici della città. Ma, in attesa, ecco il Brut: il garage Citroen brussellese, in piazza de l’Yser, prima di trasformarsi in un avveniristico museo d’arte contemporanea, stando almeno ai progetti, è stato aperto ai visitatori nella sua veste grezza. Per un anno, dal 5 maggio scorso e fino al giugno 2019, pagando un biglietto d’ingresso, il visitatore può entrare nel garage-officina definito appunto Brut, che si è trasformato in una piattaforma aperta ad una riflessione sul museo del futuro. Negli spazi lasciati liberi da auto e strumenti di lavoro, nell’ambiente industriale, greggio, trovano posto creazioni artistiche e spettacoli disseminati in 35mila metri quadri che invitano ad un piacevole percorso nell’arte seguendo una programmazione culturale, non sempre conosciuta, grazie anche al sostanzioso prestito del parigino Centre Pompidou. Al momento il prestito è di duecento opere, molte delle quali mai esposte.

Arte e Brut non è la prima volta che si incrociano. Si deve al pittore francese Jean Dubuffet il concetto di Art brut, letteralmente “arte grezza”. Questo il termine con cui sono state indicate produzioni artistiche realizzate da non professionisti o da internati nei vecchi ospedali psichiatrici. Insomma, un’arte spontanea, senza pretese culturali e senza alcuna riflessione.

Tags