BUFU è un acronimo che i più giovani usano assai di frequente e non è esattamente un complimento. ll Vocabolario Treccani lo ha inserito tra i neologismi del 2018, definendolo «sigla dell’espressione gergale angloamericana By Us Fuck U (“per quanto ci riguarda, vaffanculo”), insulto adoperato nei testi di canzoni rap come risposta ad attacchi verbali mossi dall’interno dello stesso ambiente musicale».
La spiegazione della parola sul vocabolario Treccani è stata oggetto, lo scorso anno, di un articolo di Alessandro Minissi, dal titolo BUFU nel vocabolario Treccani: la definizione è sbagliata, pubblicato sul sito di Radio Deejay. Secondo Minissi l’errore nell’interpretazione è ingenerato dal fatto che la preposizione by è stata erroneamente messa, per assonanza, al posto del verbo buy (comprare, quindi BUFU = Buy Us Fuck U “compraci e vaffanculo”), in una scena del film di Jessie Dylan, How High, del 2001, arrivato nelle sale italiane con il titolo Due sballati al college. BUFO, appunto è la fantomatica marca di abbigliamento riportata sulla felpa di uno dei protagonisti, che risponde alla domanda del preside, spiegando l’acronimo – nella versione in lingua originale del film – con la frase “buy us fuck you”, appunto.
A prescindere dal reale significato e dalle origini della parola, quando, in Italia, si viene definiti bufo si può essere sicuri di essere di fronte a un fan della Dark Polo Gang, gruppo di trapper italiani particolarmente in voga fra gli adolescenti. Nei loro brani utilizzano il termine, come un modo molto carino per mandare a quel paese dal più profondo del cuore.
Nel gergo giovanile la parola però ha assunto un altro significato, essendo impiegata per indicare una persona sciocca e poco brillante, ma anche un ridicolo o uno sbruffone. Espressione piuttosto generica dunque, nata come contro-offesa agli haters che non apprezzano la musica della Dark Polo Gang. Forse, la rapida diffusione della parola bufu tra i giovanissimi estimatori della band, è anche legata al fatto che i brani e l’atteggiamento del gruppo non sono del tutto graditi alla maggior parte delle persone oltre i 18 anni.
Fatto è che se qualcuno chiacchierando il nipote dodicenne, esprime qualche perplessità sulla sua nuova canzone preferita, tutta bassi e frammenti di frasi, è molto probabile che non sarà risparmiato dall’appellativo bufu. In quel caso non gli viene detto che è buffo. Molto probabilmente il nipote gli starà sta dando dell’idiota.