LA PAROLA

Coincidenza

Sostantivo femminile che nasce dalla fusione di con più incidere, cioè ricadere, gravare su qualcosa. La coincidenza è quindi letteralmente la caduta simultanea di due o più elementi che vanno ad incidere su una stessa cosa.

Trattandosi di un evento fortuito, piuttosto improbabile, il termine coincidenza acquisisce, per estensione di significato, una accezione di casualità che diventa la connotazione predominante rispetto ad altre  che le sono state attribuite in ambiti più specifici. Ad esempio, si usa il termine coincidenza anche in riferimento ai trasporti per indicare la simultaneità di un mezzo che arriva e di un altro che parte. In questo ambito quindi il caso non è contemplato, anzi, la coincidenza è data proprio dalla precisione con la quale sono stati stabiliti, in maniera organizzata, gli orari.

Ma esiste anche la coincidenza a livello scientifico che consiste specificamente nell’incontro tra due raggi luminosi sullo stesso punto e la coincidenza, ad esempio, di idee o di opinioni, quando esse sono simili se pure appartenenti a soggetti differenti. Si può dire quindi che nelle varie sfumature con le quali viene utilizzato il termine,  coesistano due fattori comuni e cioè: la pluralità degli elementi in questione (almeno due) e l’unicità del loro incontro, che avviene sempre in un unico punto.

Ma tornando al significato originario del termine, quello cioè utilizzato nel linguaggio comune, è opportuno sottolineare che  alla coincidenza, in quanto fatto, anzi in quanto accadimenti diversi che riconducono ad uno stesso fatto, si accompagnano sempre un certo stupore e meraviglia. Questo aspetto è interessante, ai fini di un’analisi  concettuale della parola, perché determina di fatto una serie di considerazioni che solitamente vanno oltre gli accadimenti che si sono verificati. Ognuno infatti, cerca di trovare una spiegazione personale alle coincidenze, non sussistendo, proprio per definizione, una giustificazione oggettiva; spiegazione che a seconda della formazione individuale della persona, spazia tra il casuale, il magico, il fantasioso, il teologico, l’angelico, addirittura l’esoterico.

Sulla base di più coincidenze messe insieme, sono state prese decisioni importanti, sono stati realizzati grandi progetti, sono state costruite vere e proprie teorie. Tra queste, una delle più importanti è la “teoria della sincronicità” o anche “teoria delle coincidenze che cambiano la vita”, appunto, che si basa proprio sulla contrapposizione del concetto di casualità (secondo cui le cose accadono per un motivo sempre rintracciabile) e acasualità (secondo cui invece non sempre c’è nessun nesso spiegabile tra due accadimenti che portano però ad un unico effetto).

Il fatto che questa teoria fu portata avanti con convinzione quasi scientifica dallo psicologo Carl Gustav Jung, tra l’altro sulle precedenti basi psicanalitiche di Sigmund Freud, si contrappone a tutta un’altra realtà fatta invece di credenze popolari che hanno collocato le coincidenze su un piano al limite del paranormale in grado di condizionare la vita delle persone talvolta in maniera anche strumentale e negativa. In questa duplice visione, le fattispecie più comuni di coincidenze tipiche, possono considerarsi ad esempio: pensare ad una persona ed incontrarla nell’immediato, sognare un evento che si è poi prontamente verificato, constatare similitudini di argomenti provenienti da fonti diverse e disgiunte tra loro.

Per ognuno di questi casi, nell’impossibilità di determinare un nesso logico oppure illogico, ma tuttavia ipotizzabile, dei diversi elementi, il termine coincidenza è nato forse proprio per rappresentare, almeno dal punto di vista linguistico, una soluzione finale, offrendo un concetto che sostituisse proprio l’assenza di una spiegazione, mentre, sul piano concreto dell’esperienza, chi si ritrova di fronte ad accadimenti di questo tipo, deve purtroppo arrendersi all’idea di non ottenere mai una risposta definitiva alla domanda che istintivamente ci si pone: «Sarà stata solo una coincidenza?».

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