Che le corna siano da sempre simbolo dell’infedeltà coniugale è assodato, meno chiaro è il motivo. Comunque sia, si usa l’aggettivo cornuto/cornuta come sinonimo di tradito/tradita. Secondo quanto si legge sulla rivista “Focus“, questo modo di dire deriva «dal maschio della capra (detto anche becco, da qui le espressioni “far becco”, “essere becco”) la cui compagna è nota per la disinvoltura con cui cambia partner.
Nell’antichità le corna erano simbolo di virilità, coraggio, audacia: gli dei venivano rappresentati con le corna sul capo e per imitazione i regnanti le inserivano nei loro diademi. Anche i guerrieri ornavano i propri cimieri con le corna di capro. Non è chiaro perché le sorti di questa parola siano così fortemente mutate coi secoli.
Molti studiosi hanno cercato di capire dove e quando l’espressione “avere le corna” e l’aggettivo cornuto abbiano cominciato ad avere il significato attuale. Secondo alcuni, fu a Costantinopoli al tempo dell’imperatore Andronico Comneno. Si racconta che questi usasse rendere noti i suoi successi amorosi facendo appendere nei luoghi più frequentati della capitale le teste dei cervi da lui uccisi a caccia. Ma è un’ipotesi, e la questione è ancora aperta».
Cornuto era anche il nome popolare della moneta d’argento coniata in Piemonte tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI, e in Svizzera, nel vescovato di Losanna.
Quale che sia il motivo per cui oggi cornuto indica la persona tradita dal partner, resta il fatto che in Italia mettersi le corna è uno “sport” assai praticato. Secondo quanto scrive Bettina Zagnoli su “Il Fatto quotidiano”, un sondaggio del sito Incontri extra-coniugali.com ha rilevato che «gli italiani sono i più infedeli d’Europa: da nord a sud, senza distinzione di luogo che sia un borgo di poche abitanti o la capitale, la propensione è questa. Per tradire però bisogna essere danarosi perché il sondaggio identifica liberi professionisti, imprenditori e dirigenti come coloro che sono sul podio della classifica delle scappatelle.
E i motivi del tradimento? La noia, la scarsa attenzione della metà della mela, l’insoddisfazione sessuale. È anche per quest’ultimo che si va on line alla ricerca di emozioni ma attenzione: la Corte d’appello di Bologna ha emesso una sentenza secondo cui chi chatta sui siti di incontri alla ricerca di nuove relazioni, viola l’obbligo alla fedeltà coniugale. Oggi la fedeltà è la vera trasgressione».