«Diamonds are a girl’s best friend» cantava un’apparentemente spumeggiante Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde, film del 1953.
Sognato, agognato, guardato con desiderio nelle scintillanti vetrine di gioielli: i diamanti sono, da sempre, un’icona della perfezione delle pietre preziose. Sul vocabolario Treccani, si legge che il diamante è un «minerale costituito da carbonio purissimo cristallizzato nel sistema monometrico, di solito in cristalli a forma di ottaedro o esacisottaedro, caratterizzato dal massimo grado di durezza, da elevata rifrazione che gli conferisce uno speciale splendore, detto appunto adamantino, e da forte dispersione per cui, opportunamente tagliato, acquista il caratteristico fuoco o brio».
E così il diamante è diventato un termine utilizzato per indicare qualcosa di valore, basti pensare all’espressione “punta di diamante” per indicare l’aspetto più prezioso, quello che attira l’attenzione. Proprio come un diamante che brilla e illumina con la sua luce gli occhi di chi lo guarda. Illumina gli occhi dei romantici che affidano alla pietra il valore del loro amore, legati all’idea che sia il diamante il simbolo della potenza di un sentimento.
Questa parola può, poi, essere ritrovata in svariati contesti, anche molto lontani dal mondo delle pietre preziose. Ad esempio, nel baseball il diamante è «il quadrato centrale (di 27 m per lato) compreso nel tracciato del campo, che ha ai suoi vertici le quattro basi» (cfr. Vocabolario Treccani). Probabilmente chiamato così per via della sua forma, che ricorda, appunto, quella del minerale.
E se passiamo alla geografia, nel Sud Italia, in provincia di Cosenza sulla costa tirrenica, si trova Diamante, paese di circa 5000 abitanti famoso nel mondo perché ospita il Festival del Peperoncino: evento durante il quale tanti appassionati di questa spezia si ritrovano per assaggiare piccanti delizie.
Quanto vale un diamante? «Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior», cantava Fabrizio De André in una delle sue più celebri canzoni, lasciandoci il dubbio (o la certezza) che ciò che non brilla nasconda un valore molto più prezioso.
