LA PAROLA

Eredità

L’eredità è un lascito tra generazioni: si lasciano denaro, possedimenti, immobili, opere d’arte, libri, insomma la “roba”. Di solito il passaggio avviene tra un defunto e il suo diretto successore.

Un’eredità cospicua, talvolta, può rivelarsi dannosa. Per questo può essere accettata ma anche rifiutata. Non sono rari i casi in cui l’eredità finisce per rivelarsi un pessimo affare, non solo per motivi di denaro.

L’eredità non si ferma, per fortuna, alla “roba”: comprende anche insegnamenti, esempi di vita, sogni, non necessariamente limitati ai rapporti obbligati tra genitori e figli. Ciascuno di noi si porta dietro un’eredità che fuoriesce dalla famiglia e spesso anche dalla scuola, per parlare direttamente al cuore. È indiscussa, ad esempio, l’eredità lasciata da Falcone e Borsellino a tutti noi.

Don Milani, dall’isolamento di Barbiana, ha saputo costruire un’eredità capace di incidere non solo sulla vita dei suoi ragazzi, ma anche su quella delle generazioni future. Ci sono eredità su cui per molto tempo ci siamo interrogati e ci stiamo ancora interrogando, come quella lasciata da Pierpaolo Pasolini.

Per molti l’eredità più importante è quella ricevuta da tanti compagni di viaggio nella vita di tutti i giorni: dal professore di liceo o di università, dall’amico di studi al collega di lavoro. Piccoli segnali nel momento in cui sono stati vissuti, diventati poi decisivi.

In letteratura e al cinema tanti sono i richiami all’eredità. Nel l889 esce il libro di Mario Pratesi, L’eredità. Un romanzo che racconta la Toscana prima di Tozzi, di Pratolini e di Bilenchi con una «straziata durezza dell’esistenza», in cui la mitica eredità non porta altro che morte e disastri. Dal libro prenderà spunto, nel 1961, anche un film, La Viaccia, di Mauro Bolognini.

Come non ricordare poi il sentimento mistico del possesso di Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga, quello della “roba” appunto: «Avrebbe voluto distruggere d’un colpo tutto quel ben di dio che aveva accumulato a poco a poco. Voleva che la sua roba se ne andasse con lui, disperata come lui».

 

In letteratura come al cinema è soprattutto l’eredità malata a essere messa in evidenza, quella che ancora oggi continua ad occupare le cronache dei giornali. Poco più di un mese fa la notizia del fratricidio a Massa per una contesa sulla storica villa Massoni, già proprietà della famiglia Cybo Malaspina.

Un caso di eredità mortale, capace di suscitare amara ilarità, è infine quello contenuto nel film a episodi di Dino Risi I mostri con Ugo Tognazzi impegnato nell’educazione del figlioletto Ricky alla disonestà. L’epilogo sarà quello di finire ucciso dallo stesso figlio qualche anno dopo.

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