LA PAROLA

Esodato

«Lavoratore che, giunto in prossimità del pensionamento, ha concluso con la sua azienda un accordo per lasciare il posto di lavoro in cambio di una copertura economica fino al raggiungimento effettivo della pensione», secondo il dizionario Google.

In teoria, perché nella pratica, con la riforma del sistema pensionistico varata dal governo Monti a fine 2011, e tristemente nota come “Riforma Fornero”, la parola esodato ha assunto in breve tempo ben altro significato. Ossia una persona che ha sì interrotto il proprio rapporto di lavoro in conseguenza di accordi con la propria azienda, ma che non ha ancora diritto alla pensione per via di un innalzamento dell’età pensionabile o di una modifica dei requisiti. Che tradotto in soldoni, ha significato anni senza stipendio e senza pensione.

Quindi, nella maggior parte dei casi gli esodati sono persone che versano in grave disagio economico, perché sono rimaste vittime del non calcolato innalzamento dell’età pensionabile al momento in cui hanno accettato il cosiddetto “esodo volontario” (da cui il termine esodato), e sono rimaste senza stipendio. La riforma, introdotta dalla legge che porta il nome di Elsa Fornero, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Monti, infatti, aveva innalzato l’età minima per smettere di lavorare a 62 anni, allungando i tempi di attesa per chi invece aveva già maturato i requisiti per andare in pensione nel 2012. Tra l’altro sul numero degli esodati ci fu uno scontro tra il ministro Fornero, che aveva parlato di 65 mila persone, e il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, secondo cui erano 400 mila.

Con questo provvedimento, comunque, si creò un’intera classe sociale, per lo più di 50-60enni, espulsi dal mercato del lavoro, che vennero definiti un sottoinsieme dei disoccupati, molti ancora con famiglia a carico e mutuo. Insomma un disastro sul piano economico e sociale, che purtroppo andò a riempire le cronache di cinque anni fa con casi di suicidio o di protesta estrema.

Sul piano strettamente linguistico, nel 2012 il termine esodato, venne considerato un neologismo coniato dalla stampa, sia che derivasse dal sostantivo esodo, che dal verbo esodare.

In realtà, come fa notare il vocabolario Treccani, l’espressione “personale esodato” veniva già usata nel linguaggio burocratico-amministrativo dal 1989 e, «ancor prima, negli anni Cinquanta del secolo scorso, era stato usato sia il verbo esodare, sia il sostantivo esodato, con riferimento alla popolazione istriana e giuliano-dalmata, che improvvisamente aveva dovuto lasciare le proprie terre per timore di rappresaglie da parte della nuova Yugoslavia. E si era trattato di un esodo di almeno 300 mila persone. A partire da allora, quindi, sia il verbo esodare con il significato di allontanamento in massa da un luogo verso posti più sicuri, sia il sostantivo esodato si sono diffusi nella nostra lingua con i significati citati».

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