LA PAROLA

Freddo

Ci siamo: gli ultimi giorni di gennaio sono detti “i giorni della merla” perché solitamente risultano essere i più freddi dell’anno. Il 2019 non pare voler smentire la tradizione: termometri molto vicini allo zero e grande freddo in arrivo. Sull’origine dell’espressione “giorni della merla” non siamo in grado di darvi molte spiegazioni; il riferimento è a una leggenda con protagonista una merla che, in queste giornate di fine gennaio, si rifugiò in un comignolo per trovare un po’ di tepore ma poi si ritrovò per sempre con il manto grigio a causa della fuliggine (il che spiegherebbe perché il merlo maschio è nero, mentre la femmina è grigia). Molte più certezze abbiamo invece sulla parola freddo, di origine latina (frigidus) con una possibile influenza dell’aggettivo rigidus, rigido. D’altra parte, il freddo è rigido per definizione.

Ma il freddo non è solo una categoria metereologica, una condizione climatica. Freddo è anche una categoria dell’anima, il segno di un’assenza di emozioni, dell’inverno dei sentimenti. Purtroppo il clima freddo, in senso figurato, è sempre più diffuso e pervasivo. Si uccide “a sangue freddo” (come recita il titolo di un bellissimo libro di Truman Capote), nel senso che lo si fa in maniera premeditata e non sull’onda di un’emozione momentanea. Quanti stanno peggio di noi vengono degnati, quando va bene, di una fredda accoglienza da chi ha certamente un cuore freddo (ma tutto il resto al caldo). È una guerra fredda, dove non si usano armi ma si pongono ostacoli, si attuano azioni di disturbo. In mezzo al mare è ancora più freddo, ma chi sta sulla terraferma spesso non se ne rende conto perché è una persona fredda. Tutto questo gelo mette i brividi in un periodo in cui non si intravvede la primavera.

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