LA PAROLA

Ganzo

Con la parola ganzo, la “Z” sibilante e rotonda, pronunciata arrotando la lingua sul palato, un tempo si intendeva l’amante, colui, come scrive il dizionario di Google, «con cui si intrattiene una relazione amorosa illecita». Ganza, se l’amante è una donna.

Farsi il/la ganzo/a, avere il/la ganzo/a, tuttavia aveva un’accezione dispregiativa rispetto al malcapitato e alla malcapitata, ammesso che a essere realmente malcapitato e malcapitata non siano i legittimi consorti o i fidanzati “ufficiali”. La parola ormai viene usata sempre meno con questo significato, cui peraltro si lega l’etimologia: secondo alcune fonti, tra cui Garzanti linguisitica e lo stesso dizionario Google, infatti, l’aggettivo deriva dal sostantivo latino medievale gangia (meretrice) o dal latino classico ganĕum (bettola, taverna).

Altre ipotesi fanno risalire la parola al lemma di origine persiana garganga, sempre riferito a una donna dissoluta e di facili costumi. Questo lascia pensare che la donna avvezza a intrattenere rapporti illeciti con mariti e fidanzati altrui fosse necessariamente una puttana, una abituata a stare nelle bettole in mezzo a uomini ingrifati. Non sia mai detto, viceversa, che l’uomo, che volentieri si accompagna a mogli e fidanzate altrui, sia persona di dubbia moralità. Nel nostro comune sentire, purtroppo, è così ancora oggi.

È lecito pensare, quindi, che l’altro significato della parola ganzo, usato come aggettivo per indicare persona divertente, simpatica, scaltra, ma anche presuntuosa e furbetta, derivi dal considerare un furbone l’uomo che ha tante donne e non “sue”. Si usa anche per gli oggetti e i beni di consumo, per i film, le canzoni, ecc, con il significato di originale, piacevole, ingegnoso, divertente.

Come aggettivo, trova la sua massima espressione in Toscana, dove questa forma dialettale, benché ormai assorbita dall’italiano parlato, viene declinata anche nel sostantivo ganzata, vale a dire una cosa o un’azione esaltante, dalla quale deriva piacere e divertimento. Nella patria del Sommo Poeta, l’esclamazione ganzo! è di uso continuo e ripetuto, paragonabile solo a fico! o figo! usato più di frequente nella lingua italiana parlata o scritta.

Fin qui la parola ha un significato positivo, ma ganzo viene usato – anche fuori dalla Toscana – in termini dispregiativi, riferito a una persona con atteggiamento da bulletto di periferia, il furbetto del quartierino, entrato di diritto nel lessico giornalistico ai tempi delle performance di Stefano Ricucci e dell’amico Giampy (Gianpiero Fiorani). Fa il ganzo, colui che crede di essere simpatico senza riuscirci, che butta la battute fuori luogo convinto di far ridere, che ha un atteggiamento irriverente e poco rispettoso del ruolo, proprio e degli altri, che non capisce quando è l’ora di smetterla.

 

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