DISEGNI MEMORIE ZIBALDONE

Geneviève de Gaulle-Anthonioz, resistente e internata

Fiamma Antoni Ciotti Farulli – Geneviève de Gaulle-Anthonioz – Grafite su carta

 

Geneviève de Gaulle-Anthonioz è la nipote del celebre generale Charles de Gaulle, promotore  e presidente dal 1959 al 1969 della V Repubblica francese. Ma è stata anche una delle figure più importanti della Resistenza europea al nazismo.

Nata il 25 ottobre 1920 a Saint Jean de Valériscle, una piccola cittadina situata nel bacino carbonifero delle Cévennes dove il padre Xavier de Gaulle, fratello di Charles de Gaulle aveva il suo primo impiego come ingegnere minerario nella miniera di carbone del bacino della Saar, all’epoca sotto amministrazione francese. A cinque anni, nel 1925, perse la madre, morta a seguito di sepsi. Vivendo in terra tedesca fino all’età di 15 anni, imparò quella lingua al punto di essere bilingue. Il padre le fa leggere il Mein Kampf. Nel 1935 la famiglia si trasferisce a Rennes dopo la scelta della Saar di appartenere al territorio germanico. Nel 1939 si iscrive alla facoltà di Storia di Rennes.

Nel 1940, non ancora ventenne, cambia nome ed entra nella Resistenza francese come staffetta partigiana. Tre anni dopo un collaboratore senza scrupoli dei tedeschi, Pierre Bonny, rivela la sua vera identità e la fa arrestare. Viene internata prima a Fresnes e poi portata nel campo di concentramento di Ravensbrück. Il suo cognome è appetitoso per Himmer che nel 1944 la fa  rinchiudere in regime di isolamento nel “Bunker”, la prigione del Lager: potrebbe essere ottima “merce di scambio” essendo la nipote del capo della Resistenza francese e del governo provvisorio istituito all’indomani della caduta del Governo di Vichy nel giugno del 1944. Quando i russi il 25 aprile 1945 liberano il campo la trovano lì.

Dopo la guerra, sposa Bernard Anthonioz, un giovane editore d’arte ed ex partigiano, incontrato durante la sua convalescenza in Svizzera, dal quale ha quattro figli. Fa parte dell’Associazione nazionale degli ex deportati e internati della Resistenza (ADIR), partecipa allo sviluppo del movimento politico fondato dallo zio (RPF), si occupa di diritti umani e, in particolare, delle condizioni di vita nelle baraccopoli, fino ad ottenere l’adozione di una legge contro la povertà estrema. Nel 1987 è testimone chiave nel processo contro il criminale nazista Klaus Barbie, il “boia di Lione”, poi, a cinquant’anni di distanza, scrive le sue memorie del campo di sterminio: La traversata della notte.

Muore a Parigi a 81 anni il 14 febbraio 2002. Viene sepolta nel cimitero di Bossey in Alta Savoia, ma nel febbraio del 2015 il presidente Francoise Holland dispone il trasferimento al Pantheon dei  suoi resti e di quelli di Germaine Tillon, anch’essa internata come la De Gaulle nello stesso campo di concentramento.

Geneviève de Gaulle-Anthonioz e Germaine Tillon sono state le più importanti testimoni degli orrori avvenuti nel campo femminile di Ravensbrück e del contributo delle donne alla Resistenza.