LA PAROLA

Immigrato

Secondo il vocabolario Treccani il significato di immigrato è «colui o a coloro che si sono trasferiti in un altro Paese», in riferimento sia a chi si è stabilito temporaneamente, sia definitivamente in un territorio diverso da quello d’origine.

Insieme alla parola immigrato, si è diffuso l’uso della parola migrante, «colui che migra, che si sposta verso nuove sedi», un aggettivo e sostantivo che si riferisce sia a masse umane che si spostano in cerca di nuove sedi, sia ad animali, in particolar modo agli uccelli. È il participio presente del verbo migrare, più generico di emigrare, e che vuol dire lasciare il luogo d’origine per stanziarsi, anche solo temporaneamente altrove.

 I due termini fanno riferimento a due concetti diversi, che però nel contesto globalizzato è ormai difficile distinguere. In linea di massima, con la parola immigrazione si fa riferimento a un fenomeno controllato politicamente, accettato oppure limitato da parte dei Paesi di arrivo. Le migrazioni sono fenomeni molto più ampi in cui i migranti cambiano la cultura del territorio in cui hanno migrato. In questo senso c’è stata la migrazione transatlantica, quella europea verso il continente americano, in cui i bianchi provenienti dall’Europa non hanno assunto i costumi e la cultura dei nativi, ma sono stati gli indios sopravvissuti a doversi adattare alla nuova società creata con la forza dai migranti bianchi.

Recentemente si è affermato un uso diverso della parola migrante rispetto a immigrato determinato dal dibattito pubblico dell’ultimo ventennio e connotato dalla violenza del linguaggio di propaganda anti-immigrazione.

Migranti si sta quindi affermando come il termine più ampio e inclusivo per descrivere cittadini di Paesi terzi che entrino o risiedano in Italia.

La migrazione, del resto, non è un fenomeno recente: al contrario, l’uomo si è sempre mosso alla ricerca di nuove opportunità, oppure per sfuggire all’indigenza, alle guerre o al degrado ambientale. Come lo sviluppo di nuove tecnologie nel campo dei trasporti e della comunicazione hanno agevolato di molto la mobilità, a sua volta, la migrazione internazionale si è trasformata nella vera e propria forza motrice della globalizzazione.