LA PAROLA

Inquietudine

Inquietudine è un termine che deriva dal tardo latino inquietudo – inis ed indica uno stato d’animo turbato e assillato da un senso di apprensione o di ansia, legato quasi sempre all’incertezza e alla preoccupazione.

Nietzsche, nel suo libro La gaia scienza, descrive l’inquietudine e la quiete come poli del bisogno di orientamento. L’inquietudine, dunque, deriva dalla mancanza di conoscenza e la gioia del conoscere si attua in un recuperato senso di sicurezza. Già Cicerone, del resto, affermava che «nulla perturba tanto l’animo umano quanto l’ignoranza del bene e del male».
Quindi, l’inquietudine è uno stato d’animo che chiunque prima o poi ha affrontato, nella propria vita, magari in attesa di un esame particolarmente complicato, nella speranza di essere corrisposti in amore o ancora per un dubbio sulla condizione di salute. Altra cosa è l’irrequietudine, l’irrequietezza psichica, cioè lo stato abituale e quindi anomalo di travaglio interno che rappresenta un patologia psichiatrica.

Moltissimi scrittori di ogni epoca si sono confrontati con l’inquietudine e ne hanno parlato nelle loro opere, da Molière nel suo Il malato immaginario, a Italo Svevo e La coscienza di Zeno, a Ferdinando Pessoa che così la descrive: «È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l’anima».

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